Recevei vostra letera a die XVI d'
quale ò veduto come ogni mia letera è stata consignata a coloro a' quali erano
mandate; per la quale cosa a voi refero gratia, e Criste ve ne renda cambio. Ò
veduto per quela vostra letera, come doi pratexi forono a voi et diseno como
me n'avea presso grande consolacione; e niente di meno è stato tuto lo
contrario, chè li dicti doi prateixi, chi vano a
forono
no era voluto venire. E
cative et disoneste dite per lo dicto
che
disse a lo
l'autro per queste doe letere legate inseme con questa vostra quelo che mi
pare a contentare l'uno et l'autro secondo lo loro parlare, e sono monto
contempto, in quanto a voi no incresia, che voi apriate et legete ogni letera per
più essere avissato. Benchè voi potete dire, che voi di queste cosse niente
avete a fare e pertanto no vi bisogna prendere tanta fatica, niente di meno li
savi homini, essendo eli informati de le questione, talora fano, per loro seno et
bontade, acordare monti scandeli et homicidy chi possono et potrebono
intrevenire, e pertanto eli meritano et Idio rende a lor monti beni, o sia a
l'anima principalementi, o sia a lo corpo; e per questo dico no
è bene che voi vederete ne la letera de
di meno dico a voi che per quelo Idio il quale à creato lo celo e la tera, che
la dicta
niuno autro mio
mente per la gola sicome traditore et cativa persona. Or vedete Dominindio in
questo mondo mi paga come sono degno, chè colui il quale io ò trato di
povertà et de miseria me mete in questo scandelo, e mete la mia
avere mai bene. Or, se ve piaxerà, vederete de mia voluntà tute queste doe
letere, le quali penso sastiferano che la mia
legiptimo matrimonio. A questo fine.
Il
la tera è asai sana, ma pure ancora sema, la
questo è poga cosa. No ve n'è sotesopra uno la
nostro
sanitade et alegreza, e noi no adimentiche. Piaxeve le dicte letere sieno date in
mano propia de
Per