Ricevetti tua lettera e chon esso quanto mandasti: rispo
apresso. Della lettera di
credetti che per la
chome che pocho
De'
mangiati. Credo ch'e' detti
lgli mancha perché è loro molto di lungi; credo quella
dell'una e della altra ò pocho pensieri. Chosì piacesse a Dio ch'io
t'avese creduto di molte chose, dov'i' òe preso grande piacere e tue il
chontradio. Ora è lla chosa pure que; e chaciare e noe pilglare verebe
a dire pocho, vengnamo a' rimedi e questo è il meglo ci sia. Piacesse a
Dio ch'io t'avese creduto di molte chose, io dicho della magiore parte.
Dè' fatti di monna
viene, dilgliele, che
tte parrà, chome che pocho monti, non di meno non puote nuocere.
Io mi credo ch'ella ti volgla bene, e ònne ragione per pùe chagioni, e
credo ti dirà il vero; e non puote altro che giovare, chome che nella
fine s'io arò servito non ne debo essere diservito, e sia che vole.
Di
dire.
Dello mandare a
e dilgli facca che
modo saprà fare, e màndavi
o in due sechondo parrà loro, e fallo
chome suole. Non è ora in sì grande
avernne tropo grande paura, pure non mi sia ischanbiato. Màndavi
lo saprai ben a dire.
Della mia malinchonia no bisongna dire altro, se nno che per mio
difetto è, in però, s'io avesse fatto e facesse quello ch'io drovei, questo
non mi interverebe; ma i' òe fatto e fo quello non debo e io ne porto
bene la pena, e chosì adiviene a chi ffa quello no dèe. Di tutto sia Idio
senpre lodato. Io sono dengno
molto bene meritato e via pegio ch'io non ò; e s'io avesse creduto a
pena e danno e faticha e verghongna non mi sarebono adivenute. Di
tutto sarà per lo mio melglo per la grazia di Dio, e di certo io credo,
chome credo morire, che Idio mi fa ed à fatto questo per mio grandisimo
bene, no perch'io il meriti, ma per la sua santisima miserichordia.
Io non torno chostà alchuna volta perché queste sono chose che
mai non si volglono abandonare, e s'io non ci fosse pocho troverei chi
se ne churerebe. Ed ancho atendo a pùe chose che sono di grande
bisongno, che di certto io credo che Idio, per sua santa miserichordia,
m'à data questa tribulazione per farmi richonosciere de' miei erori perch'io
mi schonosciea tropo da lui; e credo certto, chome io credo
morire, che tutto fa per nostro melglo, non perché noi lamentiamo ma
per sua miserichordia e per qualche bene che noi abiamo fatto, ed
elgli lo ci vole meritare mille per uno, chom'è di sua usanza: di tuto
sia elgli senpre lodato.
De' fatti di
punto che non c'è istato, in però io non ò qua altro richorso che a
Dio, a chui richorro il dì 3 o 4 volte; per questa è una chosa che
ciaschuno non è vagho di pilglare questo incharicho, anzi ongniuno
fugie i
pocha giustizia e
a rubare l'uno l'altro e fare ongni male; e d'altra parte io non mi ci
sono ritenuto chon persona, nè fatte delle chose di che e' sono vaghi.
Non è da maravilglare s'io non truovo chi ssi volgla di ciòe inpaciare,
e c'è mortta la giustizia, miserichordia e piatà e fede ed amore; ciaschuno
va di dreto a quello crede che melglo gli metta; in parole a tuti
ne ri
ischonca chosa che questa, ma niuno non si leva a dire che questo non
si dèe soferire. E non sono pure io, e c'è
istato preso 3 volte ed è valente
stato chiarito 4 volte, che non à a fare nulla chollo
e chosì ci à d'altri che sono in tanta pena quanto io, e pùe; e no
ne dubitare che se non fosse
iscritte di sopra.
I' òe fatto questo dì la
grandisimo danno; ma noe puote essere danno pure ch'io mi lievi
questa malinchonia che nm'à chonsumata l'anima e llo chorpo. Non è
per
imagino, ed òe grande paura di
- che sarebbe lungho a dire tutto -, i' òe fatto uno achordo cho detto
questa ora ne vo in
fatto questo, si vole vincere una
ch'io no rimangha chostì a l'
tropo gravato. E d'altra parte, chome tu sai, e' noe basta
quando a punto viene a chostoro, ponghono
il perché io volglo esere innanzi
ci sarò tratato altro che bene, in però tutto
ingiuria che mm'è fatta, credo averci ongni grazia. E a questo no ne
atendo se non
chosa vada, io non posso altro che bene chapitare, ma ch'io mi lievi
questo dolore dallo chuore. I
male, e se lla ingiuria m'è fatta io non sono il primo, anzi mi spechio a
molti milgliori di me, e que e asai piùe parti sono istati oltragiati per
invidia; questa non m'è verghongnia niuna in però no lla mi fa uno
uomo di niente, anzi si puote dire tutto
a petto gli altri uomeni che ànno ricevote delle chose pegio che queste.
Io t'òe dette molte chose, perché tue sapi tutto e per isfogharmi
techo la malinchonia; potrà esere ch'io ti verò a vedere domane o
ll'altro, sechondo rimarò ogi d'achordo chon chostoro d'alchuna chosa.
E venendo
venendo, potrà essere ch'io vi verò, e staròvi tanto
Non ti poso dire pùe. Idio ti guardi senpre.
per
Monna
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