Ricevetti tua lettera, la quale diceva nella
De l'essere tu venuto per ritrovarti con esso noi, aremo di questo
gran piacie
tu (à') andare, e non n' è piacere di Dio che no
insieme e quante questa è pena alla
ch'è di sopra, il sa, co
noi avessimo mai, per più chagione, e niuno rimedi
mettere per noi: se ci si potesi mettere, tu tte ne avedresti. Nol so
se ttu tti sai lo stato della
persona
fece perché lla
lo mondo; e gni amici e sua
fece a preg
ed èssi fatto
può. I' ò lla fanciulla sua in
mascsc
pesi
de'
te ne portasti
chome fanno di molti
le
non ardischo né di tuo bisogni né di tuo né d'altri mie
di meno, perché tu né gni altri non abiate fatti quello che voi dovete,
s'i' potessi, non fare' chosì in contr'a te. Io istò bene per la persona
mia ed ò ciò che m'è di nicistà, per modo c
compartire a te e agn'altri mia
come ttu sai non n'ò nulla, per tanta abimi perr iscusata. I' t'ò racomandato
a
fare. Ricordati che
De' fatti della
e no
ed ella, vegendo ch'ella no' lla potesse
modo ch'ell'è sua, e di questa ne puoi levare via ogni tua isperanza,
tu e ogni altre persone. Du di' di venire in
istare in
la
lla consolazione di trovarsi insieme ci potrebe tornare in gran dolore,
perché no
Per tu' amore aremo charo che tu ci scrivesti una altra lettera e che
tu ci avisassi dello istato tuo. Per la ventura ci pensiamo pego che
non n'è: piccon rimedio ci possiamo mettere e non di pregare Idio
per te. Per fretta faremo sanza più dire. Idio ti guardi
Da
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