Amico charissimo, molto tempo da che io non vy scrissi né
simelle da voy non òe auto lettera niuna sì che per questa io
vy scriverò in poche parolle. E perdonatemy se io vy scrivo
un poco di mia intenzione che bene my sa malle che io vy
scrivo questo: ne sono malle chontento e simelle my penso ne
sarete voy.
Da
avixato chome si partì di
scrito il vero sì che io vy scriverò il fato chome sta, che
per certo
tratare le vostre cosse chome mie proprie che my penso che
chossì fareste delle mie.
Siamo istati a volere
modo non si abiamo posuto intendere secho che sempre è andato
chon
simelle per li
voy e per certo una volta s'aconzarano se da voy no rimarà.
Piacavy che my scrivati quello ne vollete seguire di deti
meterei buona chossa che fossano affinati.
Il deto
teneva mecho e, quando io me ne achorsi, io n'ebe chonseglio.
Di che ne fu' chonsigliato che per niuno modo no 'l dovesse
tenire in
uno pocho più inanzi che per certo il deto
voy però che vuolle dischaciare i vostri amici. Non so chome
sy sia a chonpagnia d'uno
voreste voy. E perdonatemy, chome vi dicho di sopra, se io vy
scrivo più avanti che non voreste.
fatti ed òly ordinato che a ogni modo vy venga a trovare e a
bocha vy dirà di fati di deto
assay che meglio serebe che avesse tacuto! Serete avixato dal
deto
Altro per questa non c'à dire per freta che voglio che costuy
si parta. Idio vy guardi.
Domino
dove si sia sia data.