A dì 27 del passato ebe una vostra di dì 7 del passatto la quale i' ò intesso,
ve rispondo e breve.
Veco chomo voy avitti scritto a
di tuto cò che se potesse
meno i' ò la bona volentà e possitti fare di mi de un vostro filiollo. Fino hora
no rechiesto altro al ditto
di
li
del
e se a le cosse che potite achontentare se al serà di vostro piacere, se ne poteremo
fare venire de l'altro e e tenirne qui per chontinovo però che ne
se n'avesse abiutto anchora de l'altro, n'averebe
bisognio atendere 1
Apresso ditti che se da
potesse
di
di
chaduno
E pertanto, vedando che lo tempo non è da cò, no so ben chonseliare cò che
debio domandare ma parirebe di stare un pocho a vedere e si nulla faremo,
faremo pianamente per modo che no poteremo
Chomo v'ò scritto
di grana e più una
spesse fatte da costì fino a
mandatolo a cò possa sapere cò che i' ò a fare. Per anchora no l'ò mostrato e
persona però che ve n'è pocha davante
dì farò de
è penatto asay a venire. Chomo ve dicho mandatene lo
e scriveteme unde melio
a mancho la mittà di ditti
unde debia
Anchora ditti che voy avitto scritto a
lo facia e similli di
li
e chomo dirà farò.
Similli ditti che se nesuna cossa me pare di trarare nì da metere a
stando
Farò fino a quisti
questo mezo avixarò si di nulla che sia di costà si possa
I' ò veduto tuta la vostra bon volentà e se piacerà a Dio se ve ne renderò merito.
Altro per questa no dicho se no che me rechomando a voy.
Apresso ditti che ve scriva di cierte
a
chomo fosse. Io ebe una sova lettera la quale no me respondeva nulla sopra quisti
som
chamino da
se
cò che àle voy potitime avixarme chomo dicho, s'apellano
lo cento, di
lo cento.
unde sia.