feci la vostra
quanto meglio seppi; eziandio vantaggiando la vostra, se
vantaggiar la potei: perchè piglio troppa consolazione quando
io il posso mettere bene nel vostro amore; sì che e' cognosca
bene è virtù in voi, quanta io gli ho già di voi detto,
intorno alle cose di Dio, che già insieme abbiamo conferite;
faccendo dell'altre cose quella
veramente,
partiti. Questo dico, perchè da me e da chi sa più di me
siete riputato da più che voi non dimostrate altrui; e questo
è del senno, che è a dire che in questa grande
v'abbiate iscelto per amico tale uomo, quale è costui, sopra
tutti; che mai da voi nulla vorrà, nulla disiderrà, di nulla
vi richiederà, se non solo quanto sia onore dell'anima vostra
e salute, e onesto contentamento della persona vostra. Da
costui areste fedele consiglio, e la persona e le sue cose
preste, come s'elle non fossono sue. Or ringraziatene Iddio;
non come io, che 'l fo rado, benchè assai spesso dica: Io non
so da qual banda io meriti l'amistà sua! e da Dio la conosco.
Io gli dissi:
per risposta a una lettera ch'io gli fe' di
con dirmi:
contento, e che del
scritto faccia ciò che
vuoi da
ad altre cose della vostra lettera risponderò a bocca,
diposto il
e 'l bene di noi sue criature, per la sua misericordia: chè
di lui ci ricordiamo sì poco, e della sua eterna magione, che
e' non saria gran fatto dimenticasse noi, e che ci trattasse
per veri ingrati. Guai chi solo al trapassare del fiume si
ricorda di lui!
Stasera nel
lo isvenarono, tra mille persone, come uno castrone. Cristo
ci aiuti, e da queste furiose morti ci liberi per la pietade
e misericordia sua. Or ha raunate le
gran
e vinto; or ha i grandi
mense, i
amistadi di mondo, ch'avea a
vagliono?
iscempio di noi, se di Dio non ci ricorderemo. Più non dico.
Confortovi ad amarmi; ch'io amo voi e vostra
grazia di Dio; e lui priego per voi, chè vi sono io e mia