stretti di raunarsi, e così si fa: prima nulla faceano. E per ancora non
hanno auti i nomi delle genti. Pensate quando cominceranno! Sento è
grande garbuglio, star tanti a
rendere la sua ragione. E non ci è poi altro vaglio: però si pensa pe'
savi, che questa cosa andrà per lunga. Io non ve ne dico spesso, nè voi
a me; chè non bisogna. Al tempo debito saprò, e voi saprete. Quando mi
strignerò con l'amico, penso daremo buon ordine; e se ne scrivete qua,
nulla dite: in somma, che non sapete quale è meglio, Iddio provvegga a
voi o onesta prestanza o villana; e che ancor non sapete diliberare qual
sia vostro meglio, in tal parte avete messo l'animo, e di qua resta poco;
e che tutto rimettete in Dio.
Non so che v'abbia altro a dire, tanto ho detto in una che più dì fa
mandai al
ito da
sapeste soppiantare le cose vane, e che trovaste modo ogni mattina
andare o a Messa a buon'ora, o a buon'ora stare in
Dio, e pensar di lui un poco; e del tempo che perdono i bestiali, c'hanno
messe le radici a far foglie solo per lo mondaccio o per la carnaccia, o
per soprastare o odiare il prossimo; e del tempo ch'acquistano le buone
menti a mettere le barbe in luogo, che l'uomo soprastia in ogni suo
pensiero,
mondo: amando più Dio e i suoi comandamenti, che qualunche altra
cosa che sia; e non fidandosi nè in suoi avvisi, nè suoi pensieri, nè suoi
amici,
coloro che in lui sperano. Cristo ci aiuti. Io ho consolazione di dir con
voi; con altre non ho più; e ho spesso in
fianco doppio: vo' m'intendete ove debbo avere conforto e quiete. A Dio
commetto tutto, ma non come io dovrei. -