questi dì la
dirieto più che e' potrà. Credo che infine, o e' vorranno vedere i
vostri; o almeno, di vostra mano o di vostro
avere in su'
Aremmovi mandato
avete fatta, all'
cinquecento non vi dissi scriveste, che non mi paiono averci l'animo a
servire, per faccende c'hanno. Ora qui non cade questo: che e' sono sì
buoni e sì amati giovani, che non farebbono altro che tutto bene. Ora,
aute dette lettere, qualche cosa fia; o eglino vi risponderanno, o e' si
metterà tempo in mezzo: tanto che Dio aiuti, e gli amici; ma non
indugiate più, se fatto no l'avete.
O! quanto mi dite il vero de' fatti dell'anima mia, e di
malsanìa; e ad altri parrebbono motti: ma io non so
s'agguagli al vostro,
stimo una favola, alle molte persone con cui tenete
mal condotto. Iddio vi metta nell'animo la verità.
Abbiate che quell'
riempiere la
ci troviamo insieme, mostrarovvi con mano a toccadito, che tutte
infermità vengono da non sapere ordinare la bocca, secondo il bisogno
del corpo; non peccando nè in poco nè troppo: ma il troppo è il fatto,
che quando si mette più che non tiene, trabocca e fende, ec
ordinarsi nel matrimonio.
Se di
come della donna casta, che è richesta di disonestade. Io non so chi si
tenesse, a dire ch'io abbia fatto co'
l'utile vostro; e che voi tegnate in tanta paura altrui, che altre non
ardisca a fare il vostro bene. Ora i
amici hanno tolte
fatto. E non sono venuti a dircelo, nè hanno posto iscambio in prigione,
nè posto termine al ritornare in prigione.
Una volta verrà tempo che non farete così. E n'è addivenuto quello mi
pensai. Ma ben me ne turbai; ch'io non possa fare il bene vostro; e che
in paura, ec
tanto, che penso tutto facciate per meno male.
ma serbolo a bocca, ch'è meglio che scrivello.
De'
grande, e bevvilo in più dì, più tosto che niuno de' miei
poco, e avanzonne. -
L'accordo con
Costoro vogliono vedere in tutto in tutto i
non si fa per voi; e non gli avete da potere mostrare. La nicissità del
tempo udirete tutto. Scrivetegli per lettere duplicate com'io v'ho
avvisato, sì che n'abbia una o due. -