parere, l'accozzamento di
grazia io volea potere parlare insino a mezz'ora, che mai
mi dovesse far risposta; dipoi io era atto attendere lui insino di
notte. E innanzi a
me, o per
Iddio m'aitasse favellare; e tutta quella
parola a parola. Dipoi gli dissi del turbamento vi dava ogni dì; e
quanto bene guastava d'uno vostro
mani, che porta
v'avea già messo; e come
gli amici di
disponesse tutti dì della vita sua, cominciando oggi, a volermi per
suo amico. E poi mi distesi a' danni gli verrebbono, de'
cattivi più che e' non stimava, quando aremo l'ultima risposta da
che pazzìa era domandare cose ieri finite, o
fallimento di
già è vent'
nella persona e nella lingua; che, come villano ingrato, mai non ne
sarò conoscente. E ove mi volesse per amico, disponessesi a
credermi per l'onor suo. E se la via del
disponeva, sanza fargli mai inganno,
dì della nostra vita a ogni
A niuna cosa
se none all'amistade: che e' non fe mai cosa che più gli dilettasse.
E presemi la mano ritta, e disse parole verso me da non scrivelle
per soperchie e vane; solo per fermare questa amistà:
ringraziandomi tanto, ch'io nol potrei dire: di questo venendogli
quasi le lagrime agli occhi, e onorando voi di parole; che n'ebbi
maraviglia. E poi si levò, e tirommi all'
parlare; e non vedendo messale, prese uno
dispetto; e giurò innanzi alla maestà di Dio, facendo
fuor di
di
vuole
chiamava. Solo de'
può, se nulla v'è avanzato. E di questa parte, innanzi io ristesse la
mia dicerìa, glie n'avea data quella speranza mi parve; con dire
però egli: Mai ne parlerò più che l'amico mio voglia (cioè di me
se legar lo volete, ch'egli atterrà il suo fedele sagramento.
De! ritornate alla pace vostra; chè Dio non fa queste cose se non
per nostro bene, però ch'egli non ha bisogno di noi. El peso è
gittato a terra, grazia di Dio. Mostratela a
vi pare. Tornai a