Scrivesi che l'amore non ha posa. A me dice vero, a cui non sono
assai le mie pene, e la mia paurosa solitudine,
più che non arei stimato; che anco mi rimangono nella mente le nuove
ch'io sento; perchè uso in Palagio, per lo luogo de' soldati ch'io tengo. E
a voi sono spinto di scrivelle.
Del Papa ci e questo di vero insino a nona: che a XXX dì si comunicò,
con una messa innanzi. E in presenza di Cardinali, come pigliando
l'ultimo cumiato, propuose loro la parola di Dio: Pacem meam do vobis;
pacem meam relinquo vobis: confortandogli ad amore insieme, e ad
affaticarsi nella umiltà e nella pace dell'universo. Di poi fe chiamare tutta
la seguente famiglia innanzi a sè, e disse l'alta parola: Non turbetur cor
vestrum, neque formidet, quia vado ad Patrem: consolandogli e
confortandogli a ben vivere in sulla verità di Dio, nè darsi al mondo
fallace; monstrando in sè il fine di catuno vivente. Di poi ci è lettere del
primo dì, che 'l Papa e gravato. Onde sono eletti ambasciadori; e sì se
campa, per operare con lui in questa fine, il bene della lega; e sì perche
se muore, interporsi a buona elezione, e pace della Chiesa in sè. E
stimasi fia lo eletto quel di Spagna, ch'è mosso, e vanne verso Roma.
Dio non levi la mano sua da' cuori di chi ci ha a guidare; chè grandi cose
spero vedremo tosto. E qui sia fine. Ove dico che, al mio parere, al gran
caso dell'amico vostro, vedendo che X mesi s'è altre affaticato per
entrare in porto buono, a mio parere dovavate venire a vedere e udire,
se i guidatori l'hanno messo nel bosco, o in poggio sereno pieno di
quelle cose che cercar si suole; e consigliarne vostro
parere, e non averlo sì afflitto, che e' venga meno. Sapete bene, che
uomo fu colui che d'altro che di starne non visse molti anni, e per che.
Bene e nostra fortuna, sì alto dimenticamento.
Gli ambasciadori sono messer Maso, messer Bartolommeo Popoleschi,
Niccolò da Uzzano. E attendono sapere, prima si muovano, la morte o la
vita; perchè catuna parte avrebbe ad avere diversa commissione. Iddio
sia la guardia vostra: me, afflitto in verità più ch'io non arei stimato, vi
prego non dimentichiate di raccomandarmi a Dio, come fate di mia
madre. -
LAPUS vester. III maii.