t'ho a dire poco, se non che solleciti di scrivere qualche cosa a' tuoi da
passasti cotesti mari.
valentemente i fatti di
tuoi; e penso ti gittarà buona ragione con lui, e ancor sarà cagione il tuo bene
operare di darti fama e onore, per modo che da altra parte te ne potrà seguir
grande frutto: ingegnandoti in ogni tua opera mettervi l'animo quanto si può;
non però che ne abbandoni Iddio, ma più, che lui abbi prima nell'animo; chè
sanza suo aiuto, niuno bene si può fare, e sanza lui non si fa se non peccato. E
noi ci abbiamo a stare un soffio, e a lui si vuoi tornare.
El fatto della tua stanza dì
rimessa in me; e vuole ch'io la
giorno ne gli parlai, presente
e andavamo a
d'ogn'altra cosa e' t'avesse mancato. Vedi se costui è buono uomo, e se se'
obbligato a essergli fedele figliuolo e costà e dovunche fossi per lui! Questo è
ora mio fatto; lasciane il peso a me, e attendi all'altre tue e sue faccende.
La
pure faremo sanza
mala ventura, qui s'attende a dargliele giusta posse. Ma vedrassi ogni modo di
non avere a farsi male insieme; però che non ci è sì fatta cagione da
che la si debba sperare. A Dio t'accomando. -