non ti scrivo sì spesso, è la tua venuta qua; che mi consolai di te per modo,
che non mi pare più doverti fare di
contento: e io non ne fui meno, perchè Iddio mi fe grazia che in quello chiesi a
esaudito, cioè di mandartene contento. Così farei per te come per
potrei oggi che mai, per cagioni avvenuti poi, ove e' vede ogni dì la carità
ch'io gli porto.
Nuove non ci ha da dirti. Questa
grandissimo. Dio metta ne' cuori carità e pace. E
penso udirai cose un mondo. De' fatti di
fuor di costì. Egli è della costa mia, egli è a mio governo: abbi pazienza meco:
tu sai l'anima mia in che pena sta; Dio ti guardi di provalla. E mentre teco è,
de! abbine ben cura di metterlo innanzi, come hai fatto tuttavolta, o megliora
se puoi: intendo innanzi insino a quello merita, o presso.
pure ingagionito forte; io credo egli è d'acciaio: e io il conforto spesso di
ciò ch'io posso: egli ha fatta compagnia con le
beato a lui! -