comprendo esser vero quello di che con paura io stava in dubbio, sentendo quello
che per la vostra mi scrivete, cioè del danno il quale dite avere ricevuto per
lo terribol caso il quale è occorso a
alla fortuna più ora che mai, veggiendo che, per conforto degli altri miei
pensieri, aggiunto m'ha dolore pe' vostri danni. Io non piango e danni de'
di mio
padre, e non gli altri, veggiendomi io da loro esser mantenuto e nutricato, e
l'un di più che l'altro per me esser obligati. Ma piacendo alla fortuna farmi
dolere, io le consento non potendo fare altro: ma per mio conforto, priego voi
che con
grado di quel che è stato; sì ancora, perché la vostra età non consente oggimai
alle fatiche dell'animo. Io so bene che egli è presunzione a ricordare a' savi
che piglin conforto nelle avversità: ma grande amore e fidanza mi fa ardito a
pregarne voi sì come padre. Io vi priego che non vi sia grave far dire a
che dia a
ben pensava che gli bastasse quando egli medesimo gliel chiese, sappiendo egli
che
io n'ho ragione.
Altro per questa non scrivo, perché pochi dì sono che una altra mia vi scrissi.
Raccomandomi a voi. Cristo vi guardi. Fatta a dì 15 di
Per lo vostro figliuolo