+ Al nome di Dio, ame
n. Dì XV
sett
enbre 1386.
A dì XIII di q
uesto giu
nsi qui salvo, grazia a Dio, chol
chavallo, del q
uale
qui penso fare fine o p
er un modo o p
er alt
ro inanzi di qui parta. Non è
bestia
da menare
oltramo
nte.
Vendrollo qui, ché ce n'à charo.
Ghino mio à bisognio d'un
ronzino, p
er che mi so' apensato di quello vi lassai;
e ancho, s'io
ve
ndo i
l ronzino, n'arò bisognio io. Per che ma
ndatelomi p
er lo
p
rimo, se fatto no
n avete altro, (e) p
er p
ersona che 'l meni bene. (E)
r
ispondete.
Arete auto a l'auta di questa il vostro
ferro che p
er Domenicho di Buonsigniore
v'è stato mandato. R
ispondete.
Io sarò di qui spacciato f
ra X o XII dì p
er essare a chamino (e) chostì venire.
Fate p
resto ciò che a portare ò a
Vig
nio
ne, sì che chostì no
n abia a
sop
rastare.
Non vi potre' troppo p
reghare il fatto mio con
Matteo d'Antonio; e se no
n
venisse, almeno abia io i
d
enari p
erò ò bisognio darli a
Ghino anzi parta
Stoldo;
(e) voi sete informati della face
nda: diemi
f
. 190, o almeno 180, (e) io gli starò a
buon cho
nto.
Alt
ro no
n so v'abia a dire. Idio vi ghuardi!
El vostro
Andrea in
Siena vi si rachoma
nda.
Se
Ghino ritiene i
l ronzino, n'arete
f
. XXII. R
ispondete se sete co
nte
nto o
se più ne volete.
[indirizzo:] Francescho da Prato in
Firenze. A.
[mano non identificata; data di ricevimento:] 386, da
Siena, a dì 19 di
sete
nbre.
R
isposto.