Una tua dì xvi di
gennaio ricevetti questo dì. Non so ch'io mi dica,
veggiendo i fatti di costà andar per lunga intorno al tuo spaccio. Ogni cosa il
buono uomo, che gli avviene sanza suo difetto, pensa sia per lo meglio: così
voglio facciamo tu ed io. Dolgomi della
casa goduta da' sorci; e sta male
disabitata: e della spesa delle
masserizie, benchè spesi molto meno che non
commettesti, perchè a tali cose sono timido: e tutto ho scritto a capo a capo, e
da cui: e l'altra sera, ch'era con mente isfaccendata, ne fe' conto di quanto
ho auto da
Luca; e parmi restare avere, che ho
pagato di mio,
lire LX o circa.
Se una infermità di mia donna lunga non me ne sollecitava, attendea me gli dessi
di tua mano; e a me nulla monta, chè meco dormono que' pochi c'ho alle volte.
Essa
casa
non s'
appigionò: la cagione sapete tu e
Piero; perchè dop'
Ogni Santi il
seppi, che di ciò ti contentavi; e chi avea a torre, avea tolto: e la
vedova,
che poi la toglieva per quistione avea co' figli, s'accordò con loro in sul
fare il
mercato e no la tolse.
Mandere'ti la
somma del
costo delle
masserizie: ma parte n'ha
pagate
Luca di sua mano, e posto a tuo
conto; e
l'
avanzo, io: però non te la so dire ora. Ma tutto troverai, grazia di Dio, fatto
con fede e con diligenza. El
vino s'
imbottò
anno, delle due
botti, è bonissimo:
pochi dì fa ne trassi uno
bicchieri: non ci vale
danaio, perchè ne fu
abbondanza; e l'
Arte della Lana non lavora; e la grande turba de' poveri, che
solea qui bere, fa con l'acqua. Haccisi dentro, con
gabella e
vettura, ottimo
vino per
soldi L la
soma.
Tommaso Biliotti non è venuto. Non è materia da farla sanza te. Le cagioni sono
lunghe: ma puoi, se temi del giugnere qua, e se morissi, che 'l tuo non venga a
cui non vorresti, far costà prima uno
testamento di due versi, che dica che fai
reda
Luca, o
ser
Lapo, o
Santa Maria Nuova, o
Francesco di Marco, o uno
tuo
parente o amico di cui ti fidi; e di' in detto
testamento, che detta
redità
intera e libera dia a colui cui gli hai posto in segreto: e fa' una lettera, o
più, a colui o coloro cui ti piace, e di' loro il tuo segreto; cioè, che tutto è
perchè la l'abbia il tuo picchino. E come se' poi qua, tutto acconciaremo; però
che sanza
riformagione si può legittimare in tua presenza, con piccola
carta; e
sarebbe tua
reda per
testamento e sanza
testamento. Ma sono cose che vogliano
buono pensamento, però che ti potresti pentere, o ventare egli uno cattivo, e
non ne saresti mai contento. E a tutto ara' modo quando ci sarai.
E' non m'è possibile stare nè fare stare in
casa tua
uno che
venda quel
vino a mezzi
barili; però che uno dì se ne
venderebbe
uno o due, l'altro dì niuno. È bisogno trovare uno nel porti tutto: e questo
fia malagevole, perchè in questa terra non ha uno
soldato ora. E mio
fratello
vende a
Carmignano buono
vino e sano, ora, otto o nove
soldi il
barile.
Profersilo a' Frati de'
Servi vicini; per ogni
pregio nol vollono: e se tu ti
ricordi bene, tu non mi scrivesti d'
allogar la
casa, se none dopo
Ogni Santi: e
prima, come arei io
venduto il
vino, aspettandoti? Ora e' se ne farà quel bene
si potrà: che nel vero, a me è suto malagevole a 'ntendere tua intenzione già fa
uno
anno del tornare o non tornare. Credo non potea far meglio; sì che abbimi
per iscusato: e se pure a te non paresse, Iddio m'ha veduto, e non credo di
nullo tuo fatto avergli dispiaciuto: sì che arai pazienza. Non è che s'io
l'avesse in
casa, non mi fosse tre tanti più agevole a farne
ritratto, per le
ragioni dette.
Io non so chi ti mette nel capo mortalità di qua. Mai ci fu gente più sana da
più
anni in qua. È bene contento
Francesco, che se
Piero avesse molta paura
costì, che sì si parta per uno
mese o due, ove meglio gli pare. Ma molto si
contenta egli e io, che e' non sia cacarcioloso come molti, che pensano Iddio
non sia in ogni luogo. Esso dice con la bocca del Profeta, che statuto è il dì
della morte a catuno che nasce, che non si può passare.
Questa
guerra ci casca in mano: e sì dell'avversario; penso s'attendarà a
pace. E
prestanze non ci si racconceranno di quest'
anno che viene, al poco
accordo ce ne veggio. E di farti mettere in nostro
Gonfalone l'arò a mente, se
la
legge il patirà.
Di
comperare
danari di
Monte, ho molta maraviglia di te, che abbi pelo che
'l pensi. Vedi, Iddio ti fa solo, e invecchi cogli altri, ch'abbiamo il piè
nella fossa; e pensi di contratti ch'affoghino l'anima; e vuoi cambialla a un
poco di metallo rosso: che di ciò se' poco pratico
mercatante, a volere cambiare
uno tesoro eterno a un poco di terra rossa. De! tu arai che vivere, e
avanzeratti
robba: non vorrei per una cioppa, in tuo servigio, me l'avessi
scritto; che veggio stimi le cose del mondo cento tanti più ch'elle non
vagliono. Bastici avere la vita onesta. E' pazzi vadano arricchendo, e morendo
ismemorati. Perdonami, che 'l cuor mio ti parla più che la penna. Raccomandoti
Piero, che lo dirizzi a bene vivere e a dirittura, e a fede con Dio e con le
genti, e d'esser sollicito. E lasci fare a Dio, e gli darà più
robba no gli
bisognerà. Sono
mesi e
mesi non ho auta sua lettera. Guarditi Dio. -
SER
LAPO tuo. xxviiii
febr
. 1409.