A nome de Dio; amen. A dì VI di
novembre 1409. In
Genova.
Recevei vostra letera a dì V di
novembre, facta in
Prato a dì XIIII d'
octobre,
per la quale vidi de la sanitate vostra e de li vostri
parenti e amixi. Ò veduto
quelo che voi scripvete de volere sapere nuove di me et de la mia
famiiha,
unde ve digo che siamo tuti sani, Idio lodato, e no con piaxere, perchè a
queste
condicioni ocorse in
Genova me sono trovato avere
comperato
alcunne
cabele per
fiorini mile, e serevane stato in
guadagno almanco de
fiorini 200 et per queste
condicioni sono per averne
dano
fiorini 200 et più,
perchè no faciamo niente; et monti autri
comperatori de
cabele romarano
questo ano disfati. Christe de ogni cossa sia lodato. A mi pare tuto lo mondo
essere in tribulacione e
guera, e parme sia più per cressere ca per mancare.
Questo non è autro che li pecati de li homini et quelo de le done per loro
superbie, vanagrorie et lussuria, et cet
.. Christe remedie et meta paxe et
tranquilità in questa nostra
citade de
Genova e in tute le autre. Io me credeva
potere venire di lae a vixitarve e ancora per dare a l'
Andrea di Matheo fiorini
XXXI, li quali li resto a dare per lo
fornimento de
Orseta
fiihola mia. Daroe più
tosto che potroe compimento a dargili. E m'avea posto in cuore de no scripvere
niente ni ancora a autri chi dixesse loro niente, e niente de meno, in quanto a
voi piaxia, sono contempto. Salutete
Tendi,
Andrea et ancora l'
Orseta per parte
mia e de madona
Domeneghina e de'
figioli et
figiole mie. A questo fine.
Per
PIERO de' BENINTENDI, amico et servitore vostro et de' vostri, etc
..