Al nome di Dio, fatta a dì xxvj d'
agosto 1389.
Ieri mattina vi scrisse
Francescho di sua mano, e mandò la lettera
alla porta per uno ch'io non so il nome, e però direte se avete avuta
detta lettera. E chon essa n'era una andava a
Domenicho di Chambio.
E per questa v'òe ora pocho a dire.
Costà viene
maestro
Naddino, e credo vi farà motto; e sse vi viene,
se li date assagiare di quello buono
vino della
botte grande.
Attendo da voi quello sarà seguìto di mona
Lisa e cchome ella sta.
Dìe a
Niccholò, da mia partte, che mmi prochaci qualche due
chongna del
vino arà elgli da
Gherardo Becci, se n'à da
vendere; ma
che mi dia di quello darà a lui, e simile 1
boticello di
biancho. Idio ti
guardi.
Io non so s'io mi sarò chostì
domenicha sera, aviso di sì.
Dira'mi
chome ti se' portata, questa volta, di queste tue dolgle: istòne in pensieri,
perché mmi ricordo che alchuna volta, di questo
mese, ti suole
fare più novità ch'altra volta. E dimmi se a questo
merchato vòi ch'io
facca
chonperare nulla, e lascierò sia fatto. Ed io istarò chostà tanto
che lla
fiera sarà pasata, a cò che noi non abiamo a dare brigha a
persona, e a noi non sia data: non è uanno tenpo d'avere forestieri.
Francescho di Marcho, in
Prato.
Monna
Margherita, donna di
Francescho di Marcho da
Prato, alla
piazza Tornaquinci, in
Firenze.
1389 Da
Prato, a dì 27 d'
aghosto.