Al nome di Dio, a dl 21 di
luglo 1395.
Ieri ti scrissi una picchola chon pocha chonsolazione perché lo mi
dotò la natura: "chi pocho à, asai disidira; e chi àe assai, pocho lo
pregia"; e per tale l'uno e l'altro istà di pari. Di tutto ringrazio Idio.
Manda'la chon una di
Barzalone ed a lui iscrissi la ti legesse. Atendone
risposta.
Questa matina per
Arghomento n'ebi una tua: rispondo apresso e
brieve perché non è di bisongno e d'altra parte sono molto achupato
di scrivere per certte facende di pù partti.
Della andata dello
Palcho e quanto di' intorno a cò, sia chon Dio.
Fa fare
richordo di tutto e provedi chome ti pare, per tutto poche
richolte aremo a fare s'io potrò. Non só genti alle miei mani
lavoratori,
chome che per tutto àe de' chativi uomeni; ma no volglo
no quella
faticha.
Dello
vino biancho da
Filèttore mi piace che sia buono, chome
che pocho piacere mi facca quello e ll'altre chose ch'ò chostà, ma
d'una chosa mi meravilglo, cioè della
cholonbaia, che di' ve n'à alchuno
paio sarano buoni
giovedì. Quando mi mandasti quelle otto o nove
paia mi fu detto che ve ne avea bene mille
paia, da poi non ò auto
paio e tu non di' che costà n'abiate auti. Vorei sapere dove sono ite
quelle mille
paia: dillo per la prima, a cò ch'io escha di malinchonia, e
tue dèi sapere perché. E' fa pure 13 dì ch'io sono qua: chosì ne fosse
io diguno!
De' fatti di
Niccholao Martini mi grava s'elgl'à male. Atendo da
tte chome istà, che vi sarai ita. De
reubarbaro ti mando in questa per
una
presa: il nostro non ò qua la
chiave. Dì o fa dire a
Martino che vi
istiano a vedere mettervelo dentro: non sa l'uomo di chui fidarssi!
Dello lasciare andare de'
cholonbi fa chome ti pare; fanne chome
ti dirà
Barzalone. E dinmi se
Meo àe dormito al
Palcho que' quatro dì
che à atato a
battere, e fa solecitare il
Gholgla che
batta. E 'l
Fattorino
risponda quando puote e mandi la
rete quando si puote. Volmi richordare
ch'ella sia nella
chasapancha chon quella
chortina dipinta da
tavola di Donna. Provedi a tutti chotesti fatti chome ti pare. E se ci
fosse modo di fare
tramutare le
tina nello tereno nuovo e fare uno
letto per la
familgla chome io avea detto, fallo se puoi, in però atendo
qua, ogi o domane o in questa
settimana,
Ghiciardo da
Melano,
nipote
di
Basciano, e s'io potrò menerollo chostà. E ancho se
Cristofano
potése chonpiere quello
palcho sopra le
tina, cioè sopra il tereno
nuovo, potrebesi fare di là uno
letto per la
Domenicha, levata la
palgla e messa in sue il
palcho nuovo. E se
Antonio Michochi avesse
fatte venire quelle
tavole per
inpalchire detto
palcho - e ancho vi sono
quelle ch'io
chonperai l'altro dì in
chasa sua - credo forsse sarebe
posibile fare tante chose a noi. E forse non vi sono dette
tavole:
rimangha quello che non si puote fare, non sono pùe per isforzare la
natura e spezialemente di quelle chose che non sono di grande bisongno
chome sono queste.
Mandoti uno
fiascho di
1/2 quarto di
vino
[ms.: vivino
] biancho che dovevi
avere ieri: parci uno buono
vino. Ànnone auto ogi i
dieci della Balìa, che
nn'è
Guido di meser Tomaso,
Andrea di Niccholò Betti.
Fa solecitare
Mattarello che dia
fior
. dodici, al tutto gli volglo
avere. Dite che voi non avete che spendere e che farà bene a
paghare
innanzi ch'io tornni chostì, che se no lgl'à dati chon suo
danno gli
dare': elgl'à dello ingrato, ed egl'è uno pechato non si puote patire.
Rachomandami a
meser
Piero e a mona
Simona e dì a
meser
Piero
che farà bene che facca bene insachare i
guelfi e fàcali mettere bene a
dentro sì che e' siano bene insachati, e ch'elgli si richordi di quelli
guelfi da
Singna che promisono allo
'mperadore una portta e dierono
due. Dalgli a sagiare di quello
vino biancho e dilgli ch'elgl'è a suo chomando.
Idio vi guardi.
per
Francescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
Francescho di Marcho, in
Prato.
1395 a dì 21 di
lulglo.