Al nome di Dio, a dì 6 di
luglio 1398.
Ieri per
Guliano di Ruberto da
Vernio vi scrivemo una letera:
aretela auta e risposto; e se no, fate d'averla e rispondete.
L'aportatore di qesta si è il
Róso e
Pelegrino, che sta mecho, i qa'
venghono per le
bestie, cioè per le
mule; e pertanto datele loro, e fate
ch'ele sieno bene
ferate e, se bisongna,
ungnetele uno pocho drieto:
dicho a te,
Ghuido.
Per qela d'iersera vi disi voi aveste a mente il fato di monna
Lorita, de' 50
fiorini che le dovea avere.
E ramentate a
Nani che vada domatina a
Barzalone, e dichagli che
facia ch'io abia una
charata di
fieno.
Di poi mi sono pensato, che tu
Ghuido non
ungha le
mule,
perché vi si raterebe la polvere, che farebe loro male: sì che no le
ungnere chome t'ò deto.
Tu,
Ghido, no ci a' deto nula de la
richordanza ch'io ti lasciai:
credo che tu dorma! Faresti bene di vedere la
richordanza, e fare qelo
ti lasciai per iscrito e me avisarne, sì ch'io végha qelo che tu fai e qelo
ti resta a fare: fa sì ch'io no t'abia a gridare. Altro no mi richordo
avervi a dire. Che Dio vi ghuardi senpre.
per
Franciescho di Marcho, in
Firenze.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1398 Da
Firenze, a dì 6 di
luglio 1398.