Al nome di Dio, a dì xxiiij d'
aprile 1402.
Stamane ti scrissi per
Arghomento e
manda'ti un
paneruzzolo di
prugniòli che tti manda
Nicholaio Martini. E dissiti che ttu mi mandassi
uno
chonto di
Lapo di Turingho e di
Michele di Giovannino e
alchun'altra
scrittura ch'i' lascai chostì a piè de la
finestra
ferata del
fondacho per dimentichanza: sono insieme l'uno in su l'altro, e sono
pieghati chome lettere non
sugellate. Attendole per detto
Arghomento
o per
Nanni, se per lui no l'arai potute mandare: elle sono a lato a
quelle
scritture in sul
chassone, e debono essere tre o quattro, e dice
in su lo soprascritto "
Lapo di Turingho"; e credo che sieno 2
chonti
di
Lapo di Turingho, uno vecchio e uno nuovo, e l'altro credo che
dicha "
Michele di Giovanni lanauolo".
Qui s'è taglata una bella
vitella per la
festa di
Sa Marcho; e per
una sposata volévane parechi pezze per mandare chostì a
'Ntonio di Santi
e a
Gherardo Bartolini e
Amato Villani, e nonn ò potuto avere
se non questa che io ti mando, la quale voglo che ttu mandi
stasera ad
Antonio di Santi chon questa lettera ti mando.
Are'ne
mandata anche a tte, se io n'avessi potuto avere.
E' ito oggi qui el
bando de lo sghonbrare. Veggho pure che nnoi
aremo di quelle chose che noi andiàno cierchando: che di tutto sia
lodato Idio. Duolmi di choloro che non ne pecchano male. Idio ti
ghuardi.
Mandami qualche
paio di
chalcetti di
panno lino e, se vi fosse,
uno
paio di
scharpettine vecchie, perché non mi posso mettere le
chalze
[ms.: chanze
] sanza
chalcetti.
Manda la
ghattucca a
chasa
Nanni Cirioni, che v'à 2
ghatti maschi,
e dì loro che n'abino buona ghuardia e ttènghilla parecchi dì tanto
ch'ella ingrossi.
Mandami domattina per
Nanni delle
robigle e de'
baccegli e de la
bella
insalata; e mandamene tante che io ne possa dare a
messere
Piero e a
Barzalone d'ogni chosa.
Sarà chon questa una lettera a
Stoldo: falla dare a llui e non ad
altri.
Francescho di Marcho, in
Prato.
Monna
Margherita, donna di
Francescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1402 Da
Prato, a dì 25 d'
aprile.