Al nome di Dio, a dì xxvij d'
aprile 1402.
Per
ser
Baldo n'ebbi una tua: rispondo apresso. Ebbi i
libri per
ser
Baldo e per
Nanni,
robigla e
'nsalata e tutte l'altre chose. Mandami
la
falce e mandami parecchi di quelle
chastagne secche che sono
nel
sacchetto nella volta; e mandami le
spezi, e mandami 2
fiaschi di
mezzo
quarto di
malvagìa, se la possono rechare; e mandami le 2
ghalline, che staranno qui me' cho l'altre entro 'l
gardino, che non
potrebono stare meglo.
Io ti mando cinque
forme di
formaggio: voglonsi tenere g
iù in su n'una
tavola al frescho, e falle volgere spesso. Ma perché non v'è chi tte
l'achonci, forse non te lo manderò, ma recherònelo cho mecho: manderottene
almeno uno, che n'abiate di che mangare.
Piaciemi che se vi viene lettera di niuna parte, che ttu mel mandi;
e mandami la
secchia.
Se quello di monna
Salvestra vi viene, dagli sedici
lire, e ffalle una
letteruzza, e dile ch'i' ò mandata la sua lettera a
Tommaso; e intorno
a cciò le dì quello che tti pare.
Al
zio de la
Checcha darò que'
danari di che le promettesti; altre
chose farai ch'elle l'arà: bastava bene queste 30
lire, e sai bene com'ella
l'à meritate. Facciàno pure tanto che anchora manchi a noi, che
sarebe grande mercié per tuo amore.
Piacemi ch'e'
panni abi
scorinati. Tosto ài dimentichato la
c
ioppa e
la
gachetta e uno
farsetto ch'è qui, che in que' dì ch'i' mi parti' ti dissi
che ogni chosa era qui, e ora di' che l'uomo lo dovrebe dire quando
l'uomo lasca la chosa altrove, e abiànne ragonato parecchi volte.
Se
Tomaso del Biancho viene chostì, digli che mi mandi a dire
quando vuole la
muletta.
De lo sghonbrare nonn è altro a dire. Qua si sghonbra forte, e gà
abiamo
apigonata una de le nostre
chase; se la chosa rischalda non ce
ne rimarrà niuna a
pigonare.
Del
cittadino preso mi grava; se no 'l merita, vorei che tochasse a
chi ghuasta chotesta
città. Io e
Barzalone ci ghuarderemo bene, e nel
venire chostà verrò di dì e non di notte.
De l'esere noi entrati in forte
anno non m'è nuovo: è più tenpo
che io me lo 'ndovinai.
Del tempo che s'aparecchia - che converà che l'uomo facci
masserizia -
e di quanto tu di' intorno a cciò, non ti vo' fare risposta perché
tti direi chosa che tti dispiacerebe, e bastiti per ora.
Di quanto t'à detto frate
Girolamo de la
prestanza, cioè de lo
sgravamento, non so se t'à detto el vero.
Stoldo mi dice di
f
. quindici,
e chosì mi dice
ser
Lapo che gli fu promesso: fa di sentire el vero, e
simile di
Barzalone: pocho vi do di me, che sieno 10 o 15.
Fa richordare a
Nanni di Domenicho que'
nastri acciò che que'
banchali si possano achoncare, che poi si mandino qui cho'
panni
vermigli
e cho l'altre chose che tti parrà da mandarci, acciò che qui si schuotano e
sc
iorinino, che cci è bello schuotere e bello tenegli più che chostà.
Credo che la donna di
Nicholao Martini verrà chostì, ella e la
mogle di
Piero, di qui a parecchi dì: aviserottene e dirotti quanto mi
parrà da seghuire. Venghono chostì a l'
Anunziata.
Abbi chura a chotesto fancullo acciò che quando io torno io no 'l
truovi sano, e peggorato.
No mi richordo averti a dire altro. Cristo ti ghuardi. Per
Francescho di Marcho, in
Prato.
Monna
Margherita, donna di
Francescho da
Prato, in
Firenze.
1402 Da
Prato, a dì 28
aprile.