Al nome di Dio, a dì 23 di
genaio 1402.
Questo dì per
Nofrino n'ebi una tua: rispondo apresso.
De'
danari auti
Cancano non è altro a dire:
Bartolomeo sa tutto.
Piacemi e'
danari, quando n'ài bisongnio, a
Domenicho mandi per
essi.
Le
chalze mie e la
beretta
azurra e la
chamicia di
Bartolomeo, òe
auto tutto, che sta bene.
Del
panno lino ò
chonperato
braccia 10
½, sarà per l'
Andrea;
chonperòne anche altretanto e più, se lo troverò, per l'atra fanculla e
per quello sarà di bisongno.
Di
Nanni Cirioni nonn è altro a dire: quand'è tornato manda la
muletta.
Chostà saremo, se altro non viene di nuovo, al più lungi
sabato.
Della
giostra fatta chostà nonn è altro a dire: sono de' nostri senni!
E'
fagiani mi piacie avessi e mandassi a
Matteo Vilani.
Alla
famiglia di
chasa ò piaciere provégha chome bisongnia: chosì
ti priegho.
De'
panni lino à qua per me, ma non so quanti: vedrollo e sapròtelo
dire, e quello ti truovi meno sì penso sarà qua tutto. Manderotti
gli
asciughatoi chiedi e ongni altra chosa ci sarà, sì che starà bene.
La lettera di
Nicholò Amanati, che venne da
Padova da
Lionardo,
venne chon una ne scrisse a me dove volea
danari. Iscriverò bene al
maestro
Lorenzo non si lasci inbratare nè scriva di nulla chome che
gl'è a
Ferrara, sicché non penso lo possa inbratare.
Della
biada vedrò modo mandarvi, e de l'
olio e ciò sarà di bisongno.
Per fretta, ch'ò a fare de l'atre ed è tardi, non dicho più. Cristo vi
ghuardi.
Francescho di Marcho, in
Prato, salute.
Lascia
Stoldo tòrne quelle lettere della
paneruzola vuole.
Monna
Margherita, donna di
Francescho di Marcho, in
Firenze.