Al nome di Dio, amen.
Pisa, a dì 22 di
febraio 1391.
Francesco,
Agnolo degl'Agli, salute.
Manno m' à mostrato più volte vostre lettere, e anche
a boccha più volte m' à salutato per vostra parte. Io non v' ò iscritto perch' io ò chomesso allui
la mia risposta.
Oggi questo dì mi mostrò una vostra lettera, la quale vidi molto volentieri, e vidi quanto
graziosamente e fratelevilmente mi proferite le vostre chose, le quali reputo esere mie; e quando
io fossi disposto a partirmi di qua, io me ne verei chosì a
chasa vostra cholla mia
famigla come
io andassi propio a
chasa di mio
fratello. E di tutto vi ringratio.
Voi sapete ch' io sono in quella età gunto dove uomo dee chalare le vele e richoglere le
sarte, e morire in porto. E a me parebe che fosse rinprensione di dovere fugire in moria, ed
eziaindio alla mia donna, peró che 'l morire ci sarebe uno
podere in
Mugello, chè tanto ci
siamo vivuti che noi incresciamo a noi medesimi; sichè per ora siamo deliberati di stare alla
miserichordia di Dio, e di dire allui
fiat voluntas tua, e da lui ricevere gratiosamente ciò che
elli ci vorrà donare.
E però Senecha ci amaestra inn una pistola a Lucilio, 106, che inchomincia chosì: Ove
la tua prudenza, etc
.; e nella detta pistola elli parla a Dio e dice chosì: Bel padre mio Idio,
singnore del cielo, io t' ò seghuitato ovunque ti piace, io t' obedischo senza dimoranza, io sono
presto e aparechiato a fare la tua volontà. Poni ch' io non vogla, io ti seghuiterò lagrimando.
E sogunge inn una altra: Quelli non è buono homo all'
arme ch' al suo
chonastabile va piangendo
dirieto quando dee
chonbatere, etc
.. E però io sono disposto ad aspettarllo, se a lui piacerà, qui,
e di farlli buona festa; e chosì piacia a lui di riceverci.
E per darvi un pocho di piacere di questa pistola, poi ch' io ve l'ebbi alleghata, mi piaque
tanto, ch' io l' ò asenprata d' in sul
libro, e sarà rinchiusa in questa. Sichè non vi dispiacia di
legerla quando avete agio.
Poi apresso mi dimandò
Manno per vostra parte se io avea
ischiava neuna. Non so se
n' avete bisongno o no. Arei charo di saperlo, chè volentieri farei chosa che vi piacesse; ma per
ora io non n' ho neuna; anzi, fo colla
fante. E in chagione è questa: io n'avea una molto buona,
e per sua isciaghura ella ingrossò, e fece uno fancullo maschio; e, non trovando
padre, io lo
presi per me, e diedilo a
balia. E monna
Lucia mia ne prese gelosia, dicendomi ch' elli era
pure mio; e io dicendole chessì, in questo modo: che di chiunque è lla vacha si è il vitello, e
altrimenti non è mio; e ella non mi credè, nè chon saramento nè cho lusinghe. E dicendole che,
se pure io l'avessi fatto, io l' arei fatto per bene, e per rispiarmalla e serbarmi lei al dì delle
paschue chome donna bella e buona; in effetto non m' à acettato neuna ischusa, e à vinto il
piato mecho; chè la
ischiava chonvene ch' ella isghombrasse la
chasa, e abiamo una vechia che
piutosto pare bertucia che femina: e chosì mi chonviene mia vita menare. E però piaciavi di
dire a monna
Margherita che scriva una lettera a monna
Lucia; ch' ella non creda alle male
linghue, e ch'ella ripigli la
schiava, o almeno una altra che non sia nina vecchia. E' m' è giovato
di mottegiare chon voi: e però, se avessi sopraabondato, abiate pazienza.
Io so che non bisongna di rachomandarvi
Manno; ma non di meno vel voglo richordare,
che se a voi ne pare ch' elli il meriti, che voi l'abiate per rachomandato in quello che alla vostra
discrezione parrà, e nelle vostre mani lo rimisi in fino al primo dì; e chosì voglo che sia per lo
innanzi. Idio li dia gratia ch' elli facia quello che piacia a voi; chè s'elli piacerà a voi piacerà a tutti.
Per questa non ci à a dire altro. Se di qua io avessi affare chosa che vi piacesse, sono
senpre aparecchiato. Rachomandateci a monna
Margherita, e sopra a tutto le rachomandate
monna
Lucia, ch' ella la chonforti. Idio sia chon voi.
Discreto e savio homo
Francescho di Marcho da
Prato in
Pistoia, frate karissimo.