Al nome di Dio, amen. A dì X di
genaio
'385.
Francescho di Marcho, la
Margherita vi si rachomanda, chon
volontà di vedervi sano e alegro. La chagione di questa si è che
no
i abiamo ricevuto di chostà uno
fiascho di
chorso, per lo
Trinca;
e per un altro
vetturale abiamo riceuto uno
chorbello: entrovi
arancie
e due
forme di
formagio palmigano e
nociuole; dite che volete se
ne facia: farene chome ci direte; del
chorso ne mandiamo a
Lorenzo
e a
Nicholò dell'Amanato e l'altro ci abiamo beuto. Se volete ch'io
vi rimandi il
fiascho per riempiere, faròlo volentieri, è stato molto
buono; a mona
Lapa è paruto molto buono; dice mona
Lapa, che
gl'è uno
vino che s'aa
cchosta, dice, ne berebe a sbacherone.
Quando potete iscrivere, dite chome avete fatto di que' fatti
di
Paolo.
Il
pan
no di mona
Parta ò dato a
churare; l'altro non ò anchora
riauto.
Rachomandatemi a mona
Parta, e 'mbrac
iatemi la
Chaterina.
Di poi che partiste di qua,
Arghomento andò a
Prato e non è posa
istato qui; non so che si sia la chagione; chredo fa quello gli
lasciaste a fare. Altro non vi dicho. Idio vi ghuardi sempre.
Franciescho di Marcho da
Prato, in
Pisa, propio.
1385
Firenze, dì XI di
gennaio.