Al nome di Dio, amen. A dì XX di
genaio 1385.
Oggi ricevetti vostra lettera fatta a dì 19 detto, alla quale
apresso rispondo a' bisogni.
Voi dite, per una lettera ch'io vi mandai, fu chosì bene dettata:
non so se 'l dite per lo chontradio; se gl'è chosì, mi piace.
A mio parere no' mi pare né che
Boninsegna né d'io v'abiamo
bene chonsiglato, ché mai non à' voluto fare chosa che d'egli t'abia
detto; non dico di me che sono femina, ché per gli chonsigli delle
femine non si de' l'uomo ghovernare.
Della vostra venuta voi qua mi piace: prieghovi che ve ne
isforziate, faretemi uno grande piacere. Prieghovi non voglate avere
le
ghotte per questo
charnascale, verebevi male a punto a' fatti ch'avete
a fare: non vi voglate senpre dare pensieri e fatte le chose sanza
dire: "Io me ne fo beffe che voi faciate mai altro che tribolare;
del drimi voi a bocha sono chontento, no' me ne iscriviate nulla".
Voi avete lascato qui uno
fondacho a ghovernare a due che si
puote dire che non sono uno
½. Voi sapete chome l'amicho puote
andare fuori a sua posta. L'un dì suona la
champana a
vespro e tal
dì non suona e 'l
sabato, quando c'è magiore bisogno, non suona;
pensate chome istanno i fatti vostri. Voi ci mandate ispesse lettere,
e pure d'aveglele a portare cholà, dove egl'è; e averle a portare l'altre
dove vanno, istà mezzo il dì serrato il
fandacho, e venghonci il dì
assai gente a dimandarvi e truovano l'
uscio serato: pare un
fondacho
di fanculli; chonsiglerevi, se voi aveste niuna
barcha rotta, chonsiglerevi
voi la mandaste qua, che mai non foste vagho d'altro. Voi
potete veghiare e scrivere alla largha 4 o 5
fogli; non monta nulla
all'amicho a chi voi gli mandate, ch'egl'à due
ripretitrice che gl'aiuton
legere: la
mama e lla
figluola e quelle del
fondacho e tutte l'altre
leghono; questi sono de gl'altri suoi senni. Voi non ve ne rimarete
mai di dire chosì tutti i fatti vostri a ongnuno; non so che ssi sia di necesità
di scrivere all'amicho tutte le maninchonie e ongni vostro fatto,
potresti dire a me che sa' tu quel che io gli scrivo, io no' ne so nulla
se non ch'io me lo imagino, chognoscho la
chondizione vostra. Dicemi
Simone che voi gli fate lettera di 3 o di 4
fogli, non chredo che
sia fatti di
merchatantia, ché da l'uno dì a l'altro gli mandate queste
bibie; questo deb'esserre uno vostro isfogharvi l'animo chon esso
lui di qualche maninchonia che voi dovete avere, ma non mi fiderei
più di lui che degl'altri.
cChé da
Boninsegna e da
Tieri in fuori, non ài niuno che non ti
tradisse il dì 12 volte, tu l'à' provato e sai s'io ti dicho il vero o non,
e da chostui ti ghuarda più che da niuno, saprebela meglo fare che
niuno, in perciò che n'è usato. Idio vogla ch'io menta per la ghola
de' fatti suoi, bene che radi volte interviene ch'io non ti dicha il
vero, se voi n'eveste auto tanto honore, chome voi ne siete pocho
pregiato, buon per voi, che cento persone vi voglono male che non
vi voleano questo vi dicho che mi grava delle chose ch'io odo dire,
ché la vostra verghogna mi pare mia. Io ò fidanza in Dio che voi il
chonoscerete, chome avete chonoscuti gl'altri. Sopra questa parte più
non dicho; di questo vi priegho che non facate chome de l'altre chose:
sono chose d'averne troppa grande nimistà, sarebe un ghastare tutti
i fatti vostri, prieghovi che voi vi voglate portare cho' lui e cho'
gl'altri e chon cui avete a fare, vi portiate pacefichamente insino che
siate fuori di queste vostre manichonie e poscia, sechondo eglino meriteranno,
farete loro. Per Dio non vi lasciate a schorere a queste
niquità, ché voi ne ghuastereste tutti vostri fatti, date loro parole e
promesse alla largha, insino siate a quelo volete, ché tal mano bacia
l'uomo che lla vorebe avere taglata.
I' ò chrompreso per una altra vostra lettera asai chose, di quella
che mi grava sìe che mi pare iscritta con molta manichonia e che siate
molto pieno, chome che no' mi voglate ischoprire nulla, chredo che
'l fate per lo meglo òllo charo, vorei che facieste chosì chon altrui,
loderestevene più che non fate. Del voi tornare sano e pigorato mi
grava, questo è la magiore maninchonia io abia, che voi mi deste il
pigore dì ch'io mai avesse per più chagioni e forse pensava pegio
che non era. Pensate di vivire, ché tutti i fatti vostri andrano bene,
pure che vi voglate. Sopra questo non voglo più dire, prieghovi che
questa lettera ardiate quando l'avete letta, fatemi questo servigio e
prieghovene. Da parte della
Lapa e di tutte l'altre centomila salute;
che Idio vi ghuardi senpre.
per la vostra
Margherita, vi si raccomanda, di
Firenze.
Francescho di Marcho da
Prato, in
Pisa, propio.
1385 Da
Firenze, a dì 22 di
genaio.
Risposto.