Al nome di Dio. A dì 21 di
marzo 1397.
Ricevetti tua lettera per
Nicholò di Piero, che ve n'era dentro
una ch'andava a
Nicholò di Piero e una a
Lorenzo
orafo: abiale
loro date.
Mandami la
ciopa mia
bigia per
Arghomento e uno
ma
ntelucco
groso, ch'è in su la
stangha, ch'è quello suole portare
Ghuido, e
di' alla
Francescha che, s'ella non n' à renduto quello chotale ch'io
achatai da monna
Mea, che renda, ch'è sotto
letuccio, e di' alla
Chaterina che cerchi o suso in
chamera in ongni lato ch'io v'ò lascato
una mia
testiera, ch'io solevo tenere, e mandamela. Richordati di
rechare i'
refe di monna
Lapa.
Barzalona à dato a lo
Schiavo
fiorini quatro e no' vuole
Ghuido
gli scriva insino a tanto non ci se' tu; e dice che quando te ne
asengnerà
ragione ed egli lo scriverà.
A monna
Simona ò favelato de'
danari de'
mantello: àmi detto
che
Stefano è venuto chostà e che ti farà chontento d'ongni chosa.
Fa' cerchare i
panieri, e'
paneruzoli e di' alla
Francescha, quando
e' vi viene persona, me gli rimandi, ché, quando io le voglio mandare
nulla, io abia in che, ch'io non n' ò in che.
Di' alla
Francescha mi mandi que'
refe
nero ch'ella dise che no'
llo aoperebe, chè llo aopero in questa
famigl
ia.
Altro per ora non dicho, poché di' d'eserci
sabato. Idio ti
ghuardi senpre.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Francescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1397 Da
Prato, a dì XXII di
marzo.
Risposto.