Al nome di Dio. A dì 17 d'
aghosto 1398.
Ogi, alle vent'una ora, ricevemo vostra lettera per
maestro
Andrea e quanto di' ò inteso: apreso ti farò risposta.
Della
balia per
Manno non n'ò per anchora trovato nulla, perché
era tardi: daròmene a cerchare domane e, se ci troverò nulla
chosa che sia buona, e faronne chome di mia chosa propio.
A'
pilicai da
Firenze abiamo detto loro quanto tu di' degl'
avoltoi
e dichono saranno chostà
mercholedì e vedranogli, e simile dise
a
Marco di Ceo.
E a
Nicholaio Mastriscia chalzolaio, abiamo detto de'
dossi
e dice sarà chostà a
martedì e
mercholedì, e vedragli, e che ve ne
ringrazia. Per anchora non n'ò auto il
fiorino da lui, dice me lo
darà in prima vi vengha, e che se n'à a
sbatere quello, è meglio
lb
.
sedici che
f
. quatro e che v'à dato anche uno
fiorino nuovo, che
tutto se n'à a
sbatere, e lle
scharpette.
Istamane ti mandamo per
Arghomento del
pane e de l'
uova
e più lettere ci vennono ieri: aràle aute, e avisatomi di quanto fu
di bisongnio.
A
Zafo
sensale, diremo domane della
lana perché istasera non
s' è potuto trovare; a
Nicholò l'abiamo detto, e lese la lettera, e del
pregio del
grano, dice, v'avisò istamane di tutto.
Istasera abiamo auto da
Arghomento sei
pietre
inpionbate e
una
chortina e il
panno lino rosso per fare la
chovertina e non n' à
lettera niuna, se none una lettera che venia chostà a te, e dice non
sa chi gle se 'l die.
Il
sacho, venne chostà cho'
lino, ce l'à arechato istasera
Arghomento.
Il
chognato di
Tomaso venne qui e gunse alle ventidue ore,
credendoti trovare qui; gunse molto istracho e voleva tornare adrieto,
e io no' ll'ò lascato; dice verà chostà domatina a te e arecherà questa
lettera.
Quello
gharzone gl'abiamo dato chomiato, ché non ci piaceva.
I'
lengnio fecono i
seghatori
mercholedì è sotto il choperto
e sta bene. La porta à fatto ogi
Mateo della
chaselina de l'
aia, ed
à fatto una
finestra di quelle di verso l'
aia, e i
seghatori ànno chonpiuto
di
seghare la
trave e ànno dimezato quello
lengnio dicesti di
dimezare ed è chativo drento, e chomincarono a
seghare quello
lengnio feciono
mercholedì, che voi dite si meta al chonperto, e
fanone tre
tavole.
Le
pietre di
meser
Piero à
Nanni portate al
fondacho, e sono
some venti e chosì è
iscritto a suo
chonto a
quaderno.
L'
orzo di
ser
iSchiata è rechato ed è
istaia XXVII, il
preto è
istaia XXI il
veciato; dite se volete ch'io
iscriva a
quaderno e deba
avere.
Lunedì dice
Piero ci saranno a llavorare: avisateci quello volete
che facino.
A monna
Giovanna abiamo detto quanto tu di'.
Perché è molto tardi non dicho altro. Idio ti ghuardi senpre.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Francescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1398 Da
Pratto, a dì XVIII d'
aghosto.