Al nome di D
io, a dì xiiij d'
aprile
'397
A dì xxx del pasato vi schrivemo una lettera; diciemovi che qui
restava di vostro
balle iij di
pani valenzini, provedesi a chi volese
s'
asegniasono, che non potavàno atendere a fare fati altrui per ora e
più altre chose vi dicemo, chome arete vedute.
Dipoi a dì iij di questo, ricevemo vostra lettera fatta a dì 20 di
marzo, a che rispondamo.
Abiamo inteso quanto dite no voglete si
paghi
danaro veruno, nè
acietare letera veruna se non è di vostra mano e chosì faremo; ma
provedete non ci abiate a
ritrare
danari, che chome nulo
danaro di vostro ci sarà vi si
rimeterano.
Chome per altra v'abiàno deto, che tute vostre
ragioni abiàno
mescholate insieme e fatone uno
libro d'ogni chosa; e quando
rischoso
aremo tuto, vi manderemo tut'i
conti e poi l'
achoncierete chome vi
parà, che noi non pasiano tenere disperse ogni
bala che mescholate
sono ongni vostra ragione. E dipoi, quanto arete
conto di tuto,
achoncierete chome pare a voi.
I
risquotere si solecita quanto è posibile, ma mai none si richorda
far meno e non ci si può
risquotere un
danaro. Chome nulo ciene sarà,
vi si
rimeterano.
Arete proveduto a chi volete s'
asegni queste vostre
balle iij di
pani
valezini, perché io mi meto a punto quanto poso a 'serre costà; se
none, sì vi provedete per lo primo. Di questi
danari ci resta a
risquotere si soleciterà chome nostri fati propi fosino, e chome nulo
danaro ci sarà vi si
rimeterano.
In questa vi mandamo prima di
f
. c d'
oro in
Antonio e
Agnolo da Uzano,
per
on
. 15
tt
. 20, qui, a
Lionardo e
Andrea Tiglamochi, a
charl
. 47
per
f
. 5 d'
oro. Al tenpo fate d'avegli e ponete a nostro
conto per
voi, e di tuto avisate.
Nè altro c'è per questa a dire. Cristo vi ghuardi.
Michele di Iachopo Lottieri e
conp
., in
Ghaeta
Franciescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo e
conpa
., in
Firenze