Al nome di Dio, a dì xviiij di
giugno
'397
A dì 27 del pasato vi schrivemo l'ultima. Diciemovi avavamo
asegnato
ad
Antonio e
Doffo i
pani avavamo di vostro e pù che di vostro ci
restava a
risquotere circha a
on
. 16.
Dipoi, e a dì 10 di questo, n'aveno più vostre letere, a che
rispondiano.
Il
chonto de'
pani chiedete de le spese a
Francescho e
Stoldo,
mandiamo tuti
danari
rischosi di vostro e
rimesi e spese che tuto è
mescholate insieme chome vedete; e poi l'achoncierete chome sarà di
bisogno.
E se erore di niente vi fose, n'avisate che si chiarischa.
Di che non si poteva tenere chonto di perr sé che tropo sarebe suto
ghrande inpacio, che tuti vostri fati sono schriti in s'uno
libro di
per sé; sì che vedute, l'
achoncate chome pare a voi. Avisatene.
Del
nolo non avemo la
chiareza a buon'ota ed è pasato il tenpo che si
chonpieva, si che
f
. v s'è chonvenuto
paghare e chosì
achoncierete voi.
Chome per altra vi diciemo, di vostro restiano a
risquotere circha a
on
. 16, chome per gli
danari
rischosi vedrete, e di questo si resta a
risquotere se ne farà quanto ci sia posibile che chome di nostri propi
ne faremo; ma mai non fu si chativo tenporale a
risquotere nè di
vendere, che non ci si fa nula. Soleciteràsi quanto fia posibile, e
chome nulo ci sarà di vostro vi si
rimeterano.
Nè altro ci è per questo a dire. Cristo vi ghuardi. Per
Michele di Iachopo Lottieri e
conp
., in
Ghaeta
Franciesco di Marcho e
Manno d'Albizo e
conpagni in
Firenze
1397 Da
Ghaeta, a dì x di
luglio
Rispondete