Al nome di Dio, a dì xiij di
novenbre 1397
A dì 28 del pasato vi schrivemo abastanza; dipoi, a dì 13, ricevemo
una vostra fata dì 27, a che rispondiamo a' bisogni.
Arete dipoi auti i
f
. 250 vi
rimetemo in
Ghucozo e posti a nostro
conto, e avisate.
De' fatti di
Biecholo d'Albito, ci maravigliamo: ditte non puote avere
a dare
danari tochino a voi. Dicianvi che ogni
danaro ci deba dare
dipoi sono per
pani auti d'
ottobre, che nulo
danaro v'abiàno posto a
piè. E la
ragione di vostri
pani sono gl'utimi
pani gli
vendemo da
questi d'
ottobre in fuori, che se avesimo auti
danari l'aremo
chasa. E
non vi maravigliate perché fia chotanto tenpo che abiàno a 'vere
danari di due ani. E bene asai
Michele fia chostà e diravi a bocha
quanto n'abiàno fatto: noi pensiamo se ne trarà
tt
. 20 per
oncia. E in
questi dì siàno per
vendere cierti
pani, i quali c'
asengnò e di quanto
si farà, sarete avisati, che tanto si farà de' vostri quanto de'
nostri.
Voi ditte que' di
Pisa ci mandarono una
bala di
pani vj
pisaneschi, e
chosì avemo e abiàgli
venduti e mandatovene il
chonto.
Vendemone a
Dionigi di Paoluzo, cinque e uno a
Monacho di la Bela di
Nola.
Michele
recha il
conto di tuti
pani auti e
venduti e
danari
rischosi e spese e
a loro potrete chiarire tuto, e se niente vi mancha n'aviserete; e
così ditte a
Manno.
Noi pensiamo in questi dì
risquotere cierti vostri
danari e chome gli
aremo, ve gli
rimeteremo. E non vi maravigiate se non si
risquote, che
non si puote andare a le tere dove si debono avere se none chol
chapresto a la ghola: siate cierti se ne farà quanto a noi fia
posibile
Nè altro ci è per questa a dire. Cristo vi ghuardi. Per
Michele di Iachopo Lottieri e
conp
., in
Ghaeta
Franciescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo e
conpangni, in
Firenze
1397 Da
Ghaeta, a dì primo di
dicenbre