Al nome di Dio, dì xxxj di
dicenbre 1387
E' gli è più tenpo non vi scrivemmo perché siamo stati, si può dire,
rinchiusi i
Napoli, e nè potuto mandare lettera nè ricevene, e chon
faticha avemmo
licenza d'uscirne che l'una parte e l'altra
fanno male volentieri i
salvi
condotti a persona; penammo
u
mese e mezo a 'verllo e poi avendogli pieni da
ongni parte, quello di
Giacomino e de'
Latinucci e
Bindo Ghalghanetti
e un altro ed io, fummo rubati da
Francescho da Fermo soldato di
Madama ch'è
padrone d'una
ghalea, esso e
Antonio da Rimine ladri, e
perde'vi io, di
maserizie di
chasa e
panni di dosso, circha a
f
. cl e
mie'
conpangni vi perdono da
f
. MMD. E qui ce ne siàno doluti co
Madama, co lettera de' nostri
Singnori:
dice ci
ristorerà d'ongni chosa. E qui in
Ghaeta, inanzi agli occhi,
vegiamo i ladri ci ànno rubato sotto la sua fidanza di
Madama di chò,
e nonne possiamo fare altro se nno sgridagli e vegiàno i nostri
vestimenti e
robe portare e
vendere e
vestire e altri il soffera.
Altra speranza non abiàno se nno che
ser
Piero dal Cholle, a chui
toccha di questa ruberia, farà dare
bando a
Francescho e
Antonio da Rimine
e
Berlingieri Ghomito, ghaetano e forse inchapperanno chostà e
saranno apesi e chosì si farà a
Luccha e a
Firenze. E forse chostà la
farete
conperare a chi ritiene la
roba c'è stata furata. Apresso è qui
il
Vischonte ch'aspetta di chostà per
armare una
ghalea, ch'assai gli
duole di questo nostro danno e non vuole bene a
Francescho da Fermo.
Idio ce ne vendichi, poch'altro nonne posiano riavere: vorebesi bene
quando ghaetani sono chostà, voi gli sfolghorassi come e' sofferano.
Noi siàno rubati sotto la fidanza loro e di
Madama e poi ritenere e
onorare i rubatore e
'vestire e
conperare e partirsi le nostre chose.
Se ttu,
Manno, vi se', ti priegho ne parlli con
ser
Piero e con
Francescho Ciaccia e chon altri chi tti pare che se i ghaetani
vedranno eserne costà malveduti e male ricettati forse ci
provederebono facendo loro paura: ed e' pure usano chostà. Vedi ora
venghono due
saettìe cho
robe e persone, che per buona fè soprastando
costà xv dì contro a loro voglia, noi saremo contenti di qua:
àoperane,
Mano, come ti pare e posto che a me tocchi pocho, m'incresce
degli altri e nonn è bene lasciarlivi avezare a ritenere ruberie.
Avesti il
salnitro e
vendesti bene e dite ci mandasti il
conto, il che
non avemmo, sì che mandate un'altra volta; e qui n'abiàno del perfetto
di
Chapova da 6
charatelli che 'l più presto potremo ve 'l manderemo e
forse ve ne manderemo uno
saggio perché 'l posiate
vendere; ma vuolsi
pigliare asai tenpo a mandallo che vedete le
saettìe no 'l vogliono
rechare per venire legge
re e altri
lengnotti non ci si mettono pe 'l
mare male sichuro; e nella
vendita si vuole dire se gungne salvo col
più tenpo si può e del
pregio l'avanzate quanto potete, ch'a voi i
lasciano fare e certi siamo, e vegiàilo, voi avete lo
spaccio meglio
ch'altri e avete la solecitudine e 'l buono animo: ringrazianvi asai.
A
Napoli non si facea nulla.
Stangnio vi
valea i
lame
tarì 40 al
termine e a
danari,
tarì 35 e nulla cosa vi
valea
danaro perché nulla
se ne potea trarre;
ferro stangnato vi
valea bene per la
foresteria e
loderevi il mandarne un pocho qui, che se pace seguisse il portasono
presto a
Napoli. Se aviso volete di qui di niente, ce 'l dite e sarà
fatto.
Voi dite
olio
vale
f
. xxv
botte e che vi pare si regerà bene; e noi vi
diciano qui
vale
on
. 2
tt
. 25 e stando il mare chosì serato
varrà
meno: vorebesi eser ben riccho e tòrne e serbalosi.
Sapone,
tarì xxj
cataro;
panni di
Linguadocho e d'ongni ragione
grossi, ci avrebono buona
condizione.
Qui trovammo una vostra lettera vechia a noi de dì
* di
settebre e una
al
Pacino, e mandata no l'abiàno perché dipoi ci fummo non c'è stato
passaggio per
Palermo pe lle
fuste de' nemici che di nuovo vennono a
Napoli e parci più
passaggi avrà ogimai da
Palermo a
Napoli e da
Napoli là che qui, per le
fuste che ànno essi e qui nulla; ma dicesi
il
Visconte
armerà subito la sua e
Francescho ladro la sua e il
Marchese da Finali anche c'è: Idio ci
conceda pace che di bisogno
sarebe ogimai.
Qui
vale
grano,
tarì 2
tonbolo e a
Napoli crediano
vaglia
tarì 5 o più
e altro non vi diciano, se nno siàno qui in
Ghaeta chon
chasa e tutti
nostri giovani e
famiglia e qui faciàno i nostri fatti e d'amici e
vàssi sichuro per terra intorno intorno per tutto, salvo dipresso a
Napoli e pure ci
vendiano de'
panni per le terre atorno e dubitiano
questa
guerra non duri anchora buono pezzo.
Siamo a' piaceri vostri. Per chostà, niente; per
Fireze s'è fatto a 51
1
/1:
Genova,
.o
. Cristo vi guardi.
per
Sandro e
Guido e
conpa
., in
Ghaeta
Francescho di Marcho e
conpa
., in
Pisa
1387 Da
Ghaeta, a dì v di
gienaio
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