Al nome di Dio, a dì xiij di
luglio 1398
A questi dì paxati v'abiamo scritto quanto è suto bisogno e poi avemo
a dì 11 vostra lettera fatta dì primo e quanto dite aviamo veduto:
farenvi risposta a che fa bisogno.
Di vostri
panni non abiamo mai poxuto fare nulla poi e nonestante
l'acordo di questi
Signiori con lo
Re si faciese qui non se n'è fatto
nè fa per anchora di più. Abiamo pure speranza farne subito fine e
sanza mancho niuno a la
fiera di
settenbre non man cherà ne riusciremo
e vedremo di
vantagiarvi quanto ci sia posibile. Aviserenvi che faremo
o crederemo fare. Siate avisati.
Per altra v'avisamo de la
raxone
panni
chatalaneschi ci arebono meglio
spacio e diciemovi i
cholori volevono eserre e il
pregio
raxonate se
n'arebe qui e su cciò non ci stendiamo più in dirvi. Siate avisati.
Sta però tutto secondo come venisse in altri.
Non dite altro bisogni risposta a la vostra lettera e di nuovo non ci
è che v'abiamo a dire. Idio con voi.
Kanbi ànno
bocie: per costà, 46;
Gienova,
lb
. 8
s
. 4;
ducati vineziani e
fiorini,
tt
. 4
gr
. 17.
Antonio e
Doffo e
conp
., in
Ghaeta
Franciescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo, in
Firenze
1398 Da
Ghaetta, di xxiij di
glulio
Risposto