Al nome di Dio, a dì iiij di
gugnio 1399
A dì
* del paxato, con lettera de' nostri, vi scrivemo quanto
bixogniò; e poi ricieuto non abiamo vostra lettera, direnvi che
bixognia.
Noi vi dicemo chome penxavamo avere da uno vostro
debitore circha di
f
. 100 e poi per ancho no li abiamo auti; àcci pure promeso mandarlici
presti: soliciterello, e simile li altri ci deono dare e per modo
subito penxiamo saremo
paghati. Questo
anno, questi
menchatanti di
fuori, ànno fatto chativisimi
paghamenti e chagione n'è la chativa
stagione n'è paxata: che Idio ne megliori. Quando
riscossi l'aremo, vi
si
rimetterano e aviseremo di quanto faremo.
Di vostri
panni non abiamo potuto mai fare niente: volendosi pure
vendere, si
spacerebe; ma sarebe con tropo vostro disavantagio. Parci
lo meglio abiate aspettare la
fiera di
settenbre e alora si
spacierano
e con più vostro
avantagio di più di
tt
. v per
peza, e avanzeranvi le
spese che non sono poche. Siate avisati.
E più non v'abiamo a dire. Siamo vostri. Idio vi ghuardi.
Kanbi:per costà, 48 1
/1;
Gienova,
lb
. 7
s
. 19. Per
Antonio e
Doffo e
conp
., in
Ghaeta. Dì 4.
Franciescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo, in
Firenze
1399 da
Ghaeta, a dì 14 di
gennaio
Risposto