Poco tempo fa ch'io ti scripxi quanto fu di bisongnio
e feci
l'
ambasciata a
Guido
e ad
Jacopo del Nero e
Jacopo credo t'abbia
risposto per sua lectera.
Guido mi dice risponderti. Ver'è che da
Stefano d'Arrigo e dal
cognato ebbe lectere assai di quella medessima
materia,
e dice che vi risponderà
e che tosto crede spacciarsi
e
venire di costà. Come seguirà non so.
Il
maestro
Giovanni giunse a
Vingnone, credo a dì XV di
febraio, e sta bene
e sano per la gratia di Dio,
e la cagione della sua venuta, secondo e'
medesimo dicie, è quella medesima ch'avevi scripta;
e come venisse adobbato,
pensalo: a mme è convenuto
vestirlo dal capo al piè di tucto per honore di me
e per amore dell'
Antonia. La 'ntençione sua pare starsi di qua
e provare
se cci può far bene. Idio ne li presti la gratia
e anche ad noi! Ma non è
terra da ciò e vedrà tosto ch'io gli scripxi vero. Pure, abiendo chi lli facesse
le spese, si passerebbe, e 'ncrescemi che mio
maestro non pare disposto acciò.
Baldello e ' suoi
compangni intrarono in
Vignone la sera dinançi al
Carnasciale, sani
e prosperosi, come
che molto avessono auto reo
cammino
[ms. comino] in passare le
montagnie. Riteneli tucti meco il dì de·
Carnasciale, e la matina di
Cenere col nome di Dio andaron a llor
viagio
e
Baldello rimase meco. Dillo al
Dectera e a chui s'apartiene.
Saremo insieme a questi dì,
Baldello e io,
e se potrò o vedrò potere fare
sança passare di costà, manderò per l'
Antonia;
e se sarà pur bisongnio, ne
veremo di costà, egli
e io;
e tosto ti scriverò quello aremo diliberato.
Scrivo alla donna del
maestro
Giovanni
e all'
Antonia. Manda lor le
lectere,
e così a
suor
Lena. A
ser
Bartolomeo di messer Nichola e
ser
Francesco di ser Alberto rendi mille salute per mia parte. Saluta la
Lorita
e tucti. Idio sia sempre guardia di te!
Per lo tuo
maestro
Naddino in
Vignone, a dì IIII di
março.
[sul verso:] Monte d'Andrea delli Angiolini in
Prato.
[mano: Monte] 1389, da
Vignone, a dì 25 di
marzo, da
maestro
Naddino.
|
R
isposto a dì I d'
aprile.