Al nome di Dio, amenne. Fatta a dì 23 d'
ottobre 1385.
Franciescho,
Tieri di Benci saluta di
Melano. A dì 19 di questo vi scrissi
una lettera per lo chamino da
Vinegia. Disivi per quella come qui giusi a dì 17
di questo e a dì 28 di
settenbre parti' per
Vingnone che penai 20 dì a venire
dove soglo penare 8 o 9 dì. Fu per amore ch'io mi misi i chonpagnia d'
Aberdalu
che qui vene cho lla sua dona e sua
famigla dov'era fancugli e
balle e s'era
ve
nti, Idio sae lo stento ebi. E poi più di 12 dì no ci restò l'aqua
d'adosso, no patì mai tanta pena come ora. Ebi tutto per menare la
mulla salva
per no venire sollo e no fare grandi giornate.
Qui ò trovato
Basciano che sta fuori alla
chasina cho lla sua donna e parte cho
lla
famigla per amore della moria. Idio grazia pochi cie ne muore e tutta sua
giente istà bene, piure è pauroso uomo e le due parti del tenpo si sta fuori sì
che co lui ò pocho potuto inchora parlare e questa mi voleva piure menare fuori
a dormire.
Ò rechato i
chonti da lui a noi cioè di
fustani chomuni e simille di suoi prropi
e quello delle
mercie tutto per ordine di poi partisti di
Vingnone. E vide
Bonisegna innazi partisi di
Vignone quello restava ad avere: sono
f
. 1.350
quello resta avere di tutto. Òllo detto a
Basciano: dicie no pò ese e che volle
venire a
Vignone quando sarò tornato qui: io ne sono molto chontento sì che si
posi
saldare i
chonti cho lui. Di questi
danari resta avere n'era ichora a
rischutere da
f
. 800 e
f
. 400 doveva
rimettere
Bonisegna i quegli pochi dì, bene
che
Basciano mi dicie mandòe a
paghare in questi pochi dì
f
. 300 per lui a
Bongiani.
In questi pochi dì volle andare
Basciano a
Vinegia e già sarebe parti
to se
no fose l'aqua che sono grossi che no ristà di piovere e poi subito volle esere
a
Vignone. Questo dì gl'ò parlato de l'ero di
f
. 250 che trovate per
libri di
Giovanni de Richo. Dicie che veramete no gli debe dare: ògli detto mi mostri
i
libro e
chonto di
Giovanni de Richo del
chotone che da lui. Dicie di fallo
e simile dicie di qui avetane istare a buono
chonto e che s'egli doverà
paghare
gli
pagherà volontieri. Ora perché sta fuori no vi pòe atendere a cierchare i
libro e si potròe ne veròe informato chome istà i
chonto del
chotone.
Qui ò dato ordine a fornire cierte
mercie portai per
richordanza: è pocha
roba
monterà da
f
. 600. Poi a tornare farò uno grande chiesto però che ora si fa
pocho e poi era asai bene fornita la
bottegha.
Qui ò trovato 2 vostre lettere fatte insino a dì 20 di
settenbre
chopia
l'una de l'atra dove chedete 24
pelle d'agnello per due
pelicie, l'uno per monna
Margherita e l'atro per una altra dona, e voglono esere fini e buone e bene
pastose. Apena iteso quello volete, farò in modo ne sarete bene servito e fini e
di presente le manderò a
Pisa per uno
mulatiere. Arebe ora
chonperate se no fose
che poi sono qui non è ristato di piovere: farò di mandalle lo più tosto potrò
sì che l'abiate inazi sia chostì.
Per altra v'ò detto e per questa lo richordo come alla
bottegha di
Vingnone à
bisogno uno giovane di 30 i 36
anni per tenere i
libri che sia di buona
chondizione e sapi bene tenere uno
libro. Sanza questo no si poe fare però
Bonisegna no pò tutto fare ed è vechio ogimai, sì che prrovedete d'avene uno
buono che sia là
Natalle. E se voi ve trovate modo vi sia niuna
ragi
one mai
s'
achoncierà, sì che prrovedete per Dio d'avene uno.
Bonisegna arà da fare più
no vorà a la ragione vechia e simille a' vostri
conti vechi sì che soprat
uto
le chose fa bisogno avene uno. E no volle esere tropo grande
maestro però sapete
quello è nostro mestiero perché no l'avese a schifo chom'ad altri mandati avete:
io sarò tosto chostì e a bocha vi dirò quello farà bisogno.
E simille v'ò detto per altra chome ichora fa bisogno uno fanciullo di 15
anni
che sia forte da faticha e ubidente e sia
figluollo d'uomo lo vi dia volentieri,
no sia fancullo dilechato ce faci tutto quello fa bisogno. Sapete meglo di me
quello fa bisogno bene che
Bonisegna mi dise n'avate tolto uno: questi due ci
fano bisogno. Io sarò chostì chon voi e diròvi a bocha tutto quello farà
bisogno.
Quando iscrivete a
Vignone solecitate loro i
chonti sì che a
Natalle ne sia
fatto una parte. Ieri ebi lettere da
Vignone nulla vi si fa. Solecita mi spacci
sì ch'io sia a
Vignone a
Natalle: per niuno modo vi posso esere per lo disturbo
è fatto di qui a
Vignone e poi qui no fae se no piovere e nulla poso fare,
quanto poso mi spacio.
La
mulla è i buono piuto e ghovenolla bene: asai pena m'à dato da
Vignone qui
che s'io avesi auto uno
ronzino no mi sare' meso i
chompagnia di done né di
fanciugli chome feci e arei ora fatto parte di quello aveva a fare.
I questa vi mando una lettera mi fue data a
Vignone e ichora n'ò d'atre vano a
Prato, manderelle per io primo. No voglo dare a uno tante lettere a uno cholpo,
pocho credo portono se none di dare ipacio.
Per questa no vi dicho altro per ora. E vedete niuno chonosci mia
mad
re,
mandatelle a dire ch'io sarò chostì a mezo
novebre però di qui partirò a dì 8 o
10 di
novebre se altro non ò di nuovo.
Idio vi ghuardi senpre.
Franciescho di Marcho da
Prato,
in
Firenze.