Al nome di Dio, amen. A dì 26 d'
agosto 11394.
E più dì non v'ò scritto per non vedere il bisongno e vostra lettera non ò e di
nuovo non è che dire se none perché pure mi ricordo e per non perdere l'uso e
apresso per mandare 1 lettera a
Bardo sarà in questa, prieghovi facciate l'abia
in servigio.
I' non so di che mi vi potessi avisare per anchora che poi ci sono non ci s'è
fato nula che vengna a dire per la
malattia di
Basciano che per modo che
pensiamo ne 'l menerà:
Idio che piuò l'auti e diaci grazia si possa fare quelo perché ci sono e che sia
piacere de' magori.
Se di niente di qui avete bisongno che per me si possa chomandate che sono
presto a servire.
Né altro vi posso dire per questa se non ch'i' mi vi rachomando. Cristo vi
guardi.
Tomaso in
Milano.
Di poi questa mattina 1
/2 1
/3 è piacuto a Dio chiamare a sé
Basciano a chui
Dio faccia perdono e noi ghuardi quant'è di suo piacere.
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze. Propio.