Al nome di Dio, amen. A dì 14 di
luglo 1395.
A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e niuna
vostra ò poi e ora è poco a dire.
In altra v'ò detto asai quanto s'è fatto chon
Guido e de'
danari presti e a cciò per ora non è altro a dire.
De la
chavalchatura non c'abattemo may a chosa per noi fosse
e, chome detto v'ò, poiché fa lo volete e di
ronzini non si
truova chosa se ne possa fidare al presente in qua, se avere
si potesse una
mula ma ffose de le buone, mi pare si dovrè
fare per lui però va tornno assai e queste portano riposato.
Niente di meno, se c'abatteremo a choxa buona la torò e
aviseròvene ma
al presente non c'è.
E
danari
rimessi ne' nostri e
aconci penso saranno e in ciò
non è a dire.
Per
danari
prestati a
Guido, e per
achoncare prexto da voi a
me e perché n'ò bisongno per la
bottegha, ò tratto a
Vinegia
insino a dì 10 a
Zanobi di Tadeo lb
. 10
s
. 14
d
. 6 1
/4 di
grossi per
canbio di
f
. 111
s
. 26
d
. 4
inperiali a 4 1
/4 per
cento auti da
Iachomo Michele. E deti mandai a
pagare a
Zanobi in
Antonio di Maffio e
Matteo di Qurado, e detti
traghino da' nostri coxtì. E loro scrivo li ponghino a vostro
conto propio e le
partite da voi a me s'arò tenpo vi manderò
in questa, se none per la prima non mancherà.
Scrivo a
Stoldo
paghi a voi senz'altra
lettera di
canbio
f
. 4
d'
oro
s
. 8
d
. 10
oro per
canbio di
lb
. 7
s
. 2
d
. 1
inperiali
in
Milano e più il
chanbio vi sarà a la medesima ragone vi
verà que' v'ò tratti e fateli
aconcare a
conto, rispondete. E
da qui a dietro è pari la ragone di qui da voi a me come per
le
partite vedrete.
A questi dì ebi la
scritta de l'
aghora da
Barzalona e non
istà per modo niente fornischa se di nuovo no la mandano e
chiesta l'ò loro: atendola e con essa sagi perché a punto si
possa fornire. Quando l'arò vi dirò che seguirà.
In questi dì atendo di
lane di
Vingnone de le fornite in
Arly, Idio le chonducha. Diròvi chome se ne farà.
Ghuiccardo da Pescina si parte questo dì per ire a
Pixa chon
panni degl'
Alberti overo de li
Spineli e penso vi verà a
vedere e diràvi sopr'a'
conti, fate quanto vi pare: per noi
di qui non è restato
aconcare que' di
Vingnone. Ora
Guiccardo
vo' sapete chi è che ne la
caxa non è mè di lui, non bisongna
ve racomandi.
Non vi dicho altro per questa. Cristo vi ghuardi senpre per
Tomaxo vostro vi xi racomanda.
Francescho di Marcho,
in
Firenze. Propio.
Risposto a dì 23 detto
mese.