Al nome di Dio, amen. A dì 25 di
settenbre 1395.
A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e niuna
vostra ò poi e ora c'è pocho a dire.
In altre v'ò detto come non si mandava
roba a
Viglana e la
ragone. E di poi questa mattina à mandato qui a'
merchanti
Michele di Nono da
Viglana un
fante e scrive che siquramente
posiamo mandare
roba che salva è chome mai per lo teren di
Savoia: àcci
merchanti asai ànno da mandare e no' faren
secondo faranno gl'altri e altri lascerò fare la via inanzi.
E chome vi si manda per noi e per altri sì manderò a' nostri
le 3
balle di
mercie ò in punto di vostra
ragone per
Barzalona e, mandate che l'arò, ve ne farò
conto e cho la
grazia di Dio, se vanno a salvamento, ne farete buon prò,
aviseròvi che ne seghu
irà.
In questi dì manderò a
pagare i
danari o
Gienova o
Vinega
dove sarà pù vostro
vantagio e aviseròvene.
Domenicho mi scrive che v'è, per lettera da
Vingnone di
Lorenzo di Dinozo, che s'è levato certa
rapresaglia nel
Dalfinato contr'a chi va in
Provenza. I' ò a questi dì
lettera da' nostri e niente ne dichono: se niente ne sentirò
provederò a la
roba ò a mandare nostra e d'altri.
Penso
Stoldo sarà ito a
Pisa che più dì è non ò lettera da
lui di costì o
Pisa, ò scritto quanto bisongna.
Qui si stanno
lane a l'usato coè di
San Mattei e d'
Arli e
simile
fustani, se di nuovo faranno vi dirò.
Se questo chamino di
Gienova s'aprisse ci se ne potrebe
mettere e a'
pregi di là e chon
utile, non so se sarà a
questi dì.
Di quele sono a
Pisa c'à tanta spesa che qui vengono da
lb
.
16 o circha e dale per 'l
chapitale non è da tochare ora.
De le nostre messe da
Vingnone se ne farà
chapitale e pocho
sarà il
ghuadangno: troppo voglono buon
merchato questi
conpran qui!
Saràcci una a
Domenicho, date.
Né altro vi dicho per ora. Cristo vi ghuardi per
Tomaxo di ser Govani in
Milano, dì 26.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.