Al nome di Dio, amen. A dì 20.
A dì 23 per
Parasachino
vetturale vi scrissi l'utima e chon
esse a
Firenze, arete aute. Di poi a dì 26 e 27 n'ò due
vostre de dì 16 e 19 di questo, rispondo.
Per detto
Parasachino vi mandai
balle 3 di
merce
sengnate di
nostro
sengno e
contrasengnate B
.+. Quando ricevute l'avete
ne fate la volontà de' nostri di
Firenze che loro sono.
Li
scheruoli ò finiti per lo mè s'è potuto a
f
. 45 1
/2 e 10 al
cento. Ora voi dite è chosì bella
roba quanto i' n'ò veduti
chonci e fate corto: e rieschono picholi e chon pocho pelo e
parte
pelati, chanperasene chi gli à perchè sono suti de'
primi a
vendere e àccene pochi!
Di questi vi farò
chonto per una sarà in questa:
montano
neti
di spese
lb
. 378
s
. 14
inperiali, àcci spesa asai e di meno
non si può fare. Ò auto parte de'
danari e in questa chredo
rimettete in voi medesimi circha
lb
. 240, diròlovi.
Avendocene una
balla, esendo più bella
roba, si
spaccia bene
ma non vorebono penare a venire: se v'è
utile e abiatene, ne
potete mandare e i' gl'
avanzerò il più si potrà.
Le 2
balle di
veli di
chotone di
Francescho e
Domenco ò aute:
manderòle a
Vingnone a' nostri chome prima si potrà. E ora è
suto fatto un chomandamento a'
merchanti di qui che non si
deba andare né mandà per lo tereno del Chonte di
Savoia:
piaccia a Dio non duri che male ci verebe a punto, e mandare
non si più se non tocha del suo tereno. Saprete chome
seghurà.
Sopra
fustani di 2
chandelieri v'ò detto in altre. Qui non è
chi gli desse
chonsengna costì che verebono pù di
f
. 26 m
a
a le volte s'à, chi à
danari qui, di buone
derate o per
stramazo o per altro modo, e aràssene di buoni per
s
. 51 in
52
bianchi
peza. Se nne volete, dite.
Anchora non è chonparito il
verdetto vostro, quando l'arò ne
seghuirò quanto dite e voi aviserò.
Atendo che abiate finiti i
fustani di
guado e dettone
conto:
dovranosi ben
vendere per mandare in
Chatelongna perché non
ve n'è.
Per una sarà in questa
pagate a usanza a voi medesimi
f
. 149
d'
oro e sono per
chanbio di
f
. 152
s
. 13
inperiali a me
medesimo. Al tenpo li ponete a mio
conto e traetili da
Firenze da
Francesco di Marcho e
Stoldo di Lorenzo che per
loro sono e rispondete.
Come arò i resto che sarà di quest'altro
mese vi
rimetterò e
diròlovi, e questi s'àno a 'vere sono in su 2
banchi.
Né altro vi dicho per ora. Cristo vi ghuardi. Per costì 2 1
/4
in 1
/2,
Vinega 2 3
/4 in 3,
Gienova 4 in 1
/4 per cento pegio.
Saràcci 1 a
Firenze, mandate.
Tomaso di ser Govani in
Milano.
Francescho di Marcho e
Manno d'Albizo,
in
Pixa.