Al nome di Dio, amen. A dì 25 di
marzo 1396.
A dì 18 co lettera de' nostri di
Firenze vi scrisi l'utima e disivi quanto fe'
bisongno, aute l'arete, e niuna vostra ò poi e ora è pocho a dire.
Disivi come
Guiccardo era tornato da
Vingnone e apresso chome era suto
Francesco di Basciano
e sopra questi
conti detto quanto m'è paruto faccia bisongno e al fine siano
rimaxi che
Francesco vuole al tutto s'
achoncino e noi sian presti. Ora mi dice
che à fare suoi
chonti chon
Guiccardo e che in questi dì gli
achonceranno e poi
dè mandare il detto
Guccardo insino a
Pixa per loro bisongni e poi vuole vengna
insino a voi a vedervi e parlare sopr'a'
conti di
Pisa che più che d'altri,
secondo loro, si tenghono ghravati e per aventura ànno torto. E poi, tornato che
sarà, atenderemo a darvi fine e presti siamo e, poi ci sono, non è mai manchato
per noi né mancherà ora.
Sapra a'
f
. 255 trassono a
Gienova n'ò detto asai con
Francesco e, secondo mi
dice, se mostrerete qualche
chiareza, o per lettere o per
libri di
Giovani de Richo,
che fa come diciamo, che non ne farà parola. Sì che sarebe da trovare le
scritture che per altre v'ò detto e simile, che penso per
Boninsengna vi sia
suto scritto, che sono
chopie overo lettere di
Basciano che scriveva il detto
Giovani de Richo sopra questa parte e più una
chopia come stava la
scritta
in su loro
libro e altre
scritte che
Boninsengna dice avete. E per tale,
trovandole, sarà buono a mostrare a
Guiccardo quando in chostà verà.
Apresso,
Francesco mi dice fa cerchare lettere de' vostri di
Pixa e che per
vostre lettere, coè loro, mostrerà chom'àno erato e che non ne dè portare pena.
Se vi pare fate cerchare le loro e mostralle se bisongno farà.
I' vi dissi come a me non pareva né da fare da entrare in
piato qui cho lui
perch'è disposto si faccia e poi, chominciando, non ne veremo a quelo fine che
veremo andando chomodi e dolciemente. E se
Guiccardo sta fermo chome mi pare
tosto se ne dovrà venire a un fine e tuttavia che non si potesse fare a questo
modo, si converebe fare come si potesse ma non credo bisongna se non amichevolemente.
E per me se ne farà quelo si dè e voi di chontinovo aviserò.
Dicavate di fare venire qui
Stoldo per questa bisongna, potete fare chome
volete. Non mi pare bisongno per ora e quanto per questo fatto, pure che
voglino, ci sono asai e se ci fosse dibattito niuno non ne fosimo d'acordo ve
ne aviserò e simile
Boninsengna. E àcci qui e in altre parti vostri amici e loro
che son pratichi e savi
merchatanti che non esendo d'acordo voi cho lui la
conosceranno il dibatito vi sarà. Ma questo non credo s'abia a venire perché voi
non volete un mezano del suo né e del vostro sì che la chosa si dovrà pure
achoncare: sono lunghi chome sapete e nonn è faticha se none al porvisi.
Soliciteròlo chome mi parà bisongno e quando sia tenpo e voi aviserò.
Per altre v'ò detto chome ò da
Boninsengna, quando arò fornito certe chose
domandano per
Vingnone e per
Catalongna e che sieno mandate, possa venire
insino chostà. E se questo chamino fosse per modo di potesse mandare come
suole, pocho arei a fare ma, per non potere mandare, mi chonviene soprastare.
Se vedrò di potere venire quando
Guiccardo, il farò, se nno faròlo altra volta
che di qui non partirò che mi resti a mandare niente né dare né avere, diròvi
chome ne farò.
La
chotta domandasti per
Ridolfo non c'è una bella chosa come voresti che sia
di nostro peso. Di più pesanti sì cci è bene che sono da
lib
. 35 in 38 e queste
non è per voi. Ora,
Simone Corrente ne fa fare 2 in sul modo domandato sì
che, non trovando in questo
mezo altro, una di quele non ci mancherà e provederò che me sarete ben
servito e 'l più tosto che ssi potrà.
I' fo fare 2
cotte a un altro
maestro ch'è uno strano lavoro e sì è bello e
forte e
botta da caschuno lato e sarà l'una di vostro peso. Ne la prima
lettera
ve ne manderò parechie
maglie che penso vi piacerà e, se la vorete, ve la manderò.
Farò sanz'altro dire per questa. Cristo vi ghuardi per
Tomaso vostro vi si racomanda
Ieri ebi lettera da
Vingnone da
Boninsengna fatta a dì 17 e sì mi scrive che a
1
/2
aprile o quando mi pare i'
conpri per voi propio
balle 8 di
fustani
bianchi di
2
chandelieri fini, e più
balle 2 di
fustani di
guado che 'n tutto sono
balle 10
e, fornite, le debi mandare a
Pixa che sieno mandate a
Barzalona a' vostri. E
tutto
conpri a
danari perché asai se n'arà miglore
merchato ch'a tenpo che
troppo ci si
vende charo. E
danari mi dice
rimetterà a
Gienova che a tenpo gli
aren qui. I' provederò che nne sarete sopra tutto ben serviti e presto e di
perfetta
roba e, se piacerà a Dio, ne farete bene perché speriano a
Barzalona
farano virtù perché da
Vingnone, né per di qua, no ve ne va peza perché non si
può mandare, come vedete, se none per da
Pisa e per
Pisa non può mandare se non
buone
borse ch'ànno da sostenere e voglonne
ghuadangnare, diròvi chome ne farò.
Stassi questo chamino di
Vigliana pure chosì e niente vi si manda. E 2
chara si
partirono a questi dì per là sono restati cho la
roba a
Vercelli e più là non
passeranno s'altro non apare di nuovo. Verebeci bene a punto, per
roba abiamo a
mandare, che 'l chamino s'apresse e, durando a questo modo, ci chonverà mandare
per le
montangne di
Brigha o per da
Pisa, saprete che seguirà.
Francescho di Marcho,
in
Prato. Propio.