Al nome di Dio, amen. A dì 17 di
marzo 1396.
A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisogno, aute
l'arete. E poi ieri ebi una vostra brieve de dì 23 de l'altro e
chon essa una a
Boninsengna manderò per lo primo cho le nostre, a
voi per questa rispondo brieve.
Vegio chome vi sete posto a fare vostri
conti di che mi piacie e
che per l'avenire mi direte a pieno che sarà da fare, sia chon
Dio. Spero in questo
aprile s'altro non achade venirvi a vedere,
diròvi come seguirà.
E nostri di
Vingnone son ben forniti per chosa dichino e poi in
questi dì manderò loro alchuna chosa mi resta. Poi sechondo arò da
Boninsengna seguirò e al venire vedren perdere il men tenpo si potrà.
Non son ito poi a
Cremona per non avere il destro: faròllo in
questi 8 dì e
chonperò e 4
chapelli di
paglia m'avete chiesti più
dì è e manderòlli a
Ferrara che vi sieno mandati.
De'
chonti di
Francescho di Basciano nonn è altro a dire. Per
ora
Guiccardo nonn è poi tornato e come tornna dè andare a
Vingnone sì che a noi bisongna atendere tenpo, che Dio il mandi
tosto. Quando mi ritruovo chon
Francescho i ricordo cho modo e
pocho è giovato insino a qui.
Farò sanz'altro dire per questa. Cristo vi ghuardi senpre.
Tommaso vostro vi si racomanda.
Francescho di Marcho,
in
Prato. Propio.