Al nome di Dio. A dì 29 di
marzo 1397.
Ne' dì pasati di mano di
Fattorino ti scrisi una pichola risposta a l'utima auta da
tte. Da poi non t'ò iscritto per molte facende e per malinchonia di pùe chose e
dello nostro male istatto: venni qua per istare due dì e sonci istato 20 e noe vegio
modo d'andarne di questi otto dì perché atendo
Manno di dì in dì ed òe a parlare cho
llui di pùe chose e d'altra partte òe molto a scrivere e pùe dì non òe fatto altro e
none escho di
chasa perché di tutto òe lasciato il
murare, io dicho per senpre. E
sono disposto ad achoncare i fatti miei ed atendere a' fatti della
merchatantia
tanto quanto piacerà a Dio, e questo è meso in sodo, e altro dispiacere non ò al mondo
se non dello avere tanto penato. Gittami mala ragione in pùe modi e altro non si puote:
ò male ispeso il tempo mio e altro no ne poso. No me ne pento per niuna avarizia ma
solo per lo tenpo perduto ch'è la pùe chara chosa che noi abiammo e dichono i savi
che altro vantagio non abiammo in questo mondo l'uno dall'altro se nno dello tenpo di
chi lo spende melglo. Io me n'avegio tardi: duolmene insino all'anima, di tutto
sia lodato Idio senpre.
Io t'òe ateso pùe tenpo perché noi c'
abocchasomo insieme e parlasimo di pùe chose e
il modo non c'è istato per anchora, sarà quando piacerà a Dio, e alora daremo ordine
a molte chose. Perché queste lettere sono apertte in molte parti non mi istendo in
tropo dire e d'altra partte io non ò fatto altro che scrivere 15 dì fae: ènmi
tropa faticha perché no ll'ò usato e d'altra parte i' òe molto a dire in pue parti
e tutto foe
chopiare a
Fattorino. Richorditi il bene fare: quando c'
abocheremo ti
credo fare asai chontento.
De' fatti di
Francescho di Basciano quando a Dio piacerà s'achonceranno.
Ghicardo dise a
Pisa, chome in altra ti disi, che lla cholpa era nostra perché
tue atendevi a fare nostri fatti. Vedi chosa andare: forse una volta se ne vedrà
la verità!
Dello istato di questo paese non mi inpacio dirti, sono certto lo sai quanto: io sono
di quelli vorei pace. Idio metta in chuore a tutti di fare bene che bisongno
n'abiamo tutti.
Avisami e spesso chome la fai chostì e quando credi esere ispacato e quando credi
venire qua prima che vadi a
Vingnone. De'
chapelli non ti inpacare per ora, àcci a
fare altro, pensa a fare bene e spacarti tosto, mille
anni mi pare che io parli techo
di pùe chose!
De'
fustani mandati per la via di
Genova sono avisato e questo dì òe lettera da
Barzalona e dice che ve ne sono tanti abondati che si danno altrui per loghore:
choresi grande rischio e non si guadangna nulla. Ò volgla di stare uno pocho a
vedere tanto che noi vedremmo che farà
meser domene Dio: è senno alchuna volta di
stare una peza a vedere.
E potrebe esere che io e
Stoldo andremo insino a
Vinegia per alchuna chagione, di
là ti scriveremo. Se vi andiamo non sarà chosì tosto, fo
rse ci ritrovemo insieme
là, diròtti che seguirà.
Quando verai qua credo volere qualche bella
chotta a modo di quella di
Ridolfo di Lanfrancho e recheretela indoso, aviserottene di buona ora e se
altro vorrò. Pensa di spacarti di chostì, sechondo che arai da
Vingnone niuna novella,
di chostà no ne iscrivere in niuna partte, lascia fare a Dio, che Idio perdoni a chi
da quello non dèe. Atendi a fare i fatti della
merchatantia e d'altro non ti
inpacare, che Idio metta pace per tuto e tte guardi senpre.
Francescho di Marcho in
Firenze.
Fae che tu mmi iscriva ispeso, pocho ad asai chome ti pare per volta, a ccò che io
sapia novelle di te ispeso e io farò il simile a tte. Della donna tua non ti soe
dire novelle: anzi ch'io parta o forse sugelli questa saprò se
Bardo è il
Firenze
e diròtti che mi dirà di lei e se i' òe tenpo le farò una lettera chonfortandola in
bene fare e diròlle, se ll'à bisongno di nulla, me lo scriva e sarà servita. Altro non
ti poso dire per questa volta, sono in molta malinchonia, che di tutto sia lodato
Idio senpre ed a me dia per sua santa grazia ch'io porti pace tutto: dà il mondo
di quello glegl'à per gli nostri pechati che vivendo bene non sarebe questo.
Tomaso di ser Giovanni in
chasa
Giovanni da Pesano,
in
Melano.
Francescho.