Scrissivi due lettere a
Castelfranco. Non vi curate
della spesa di quel
vino; che, bench'egli fosse caro, la
bontà ristora: egli non temerà
tramuto, e può l'acqua come se
fosse
malvagìa. Penso che alla auta di questa sarà venuto.
Stamane ci partiamo di
Bibbiena, e per divozione e amore
andiamo alla
Vernia, a vedere il sasso e il luogo ove San
Francesco fece la penitenza; che ci è presso a quattro
miglia. Domane dobbiamo esser a
Romena, e poi in
Valdisieve,
e poi in
Mugello: e aremo fatta la nostra gita. E avviso
tornare con onore, Iddio aitante. Penso tornarò piu tosto non
credetti, però che l'amico vostro non si sa stare; e andando
e stando non cessa d'operare per tornare tosto a' miei
maestri; perchè se hanno fidanza in me, che la vaglia loro.
Arete auti miei
panni e
scritture: serbatemele pur
costì in
Firenze. Avvisate
Lionardo com'io sto bene, e
dove vo: e questa lettera legata manderete a mia
madre in
villa mia. Spesso sono con voi, e massimamente in questa
andata al santo poggio; che pur a vederlo qui dalla lunga, è
una divozione. Ancora vi ci menerò. A Cristo piaccia che
queste cose vi piacciano sì, che vi dispiaccia il mondo e le
lusinghe sue false. E per modo che confortando voi me e io
voi, n'andiamo insieme ai cielo e alla patria, onde venimo; e
lassù sia il nostro riposo in quegli eterni tabernacoli.
Amen.
LAPUS MAZZEI servitor et frater vester, in
Bibbiena, 29
d'
aprile.