El dì ch'io vi lasciai, con tutto 'l mal tempo (perch'io ho poco
tempo), puosi la
vigna; l'altro di feci l'
orto, con la
brigata usata;
giovedì
andai a
Signa, e tornai qui la sera alla donna. Stamane rimandai il
ronzino, che gli ho fatti vezzi; e s'io no gli ho fatti nè crini nè coda, l'ho
ristorato con l'
orzo. Avvisatemi se in vostri fatti ho a far nulla; e se non
ci resta a fare, non mi scrivete nulla, per non darvi fatica. Io ho uno
vostro
cappello tristo, che 'l mio nuovo bianco e bello non vi si ritrovò
quando montammo a cavallo. Sono delle cortesie da
Vignone!
era meglio andare alla
Corona a
Carmignano!
Stoldo mi fa maravigliare, che mi dice voi vi turbate avere a
pagar tutta
gabella. Dolgomi con voi, che voi dubitiate ch'io non facci i vostri fatti
come i propri di
Guido; e forse gli vantaggio: chè tali cose tracutarei a
Guido, che non cura così ogni cosa, che a voi n'arei cura. L'amico della
terra dava a
ser
Paolo 14
3/4 netti; chè altro che netti non
vendeo
mai lo
Spidale: il darne voi 15 fu per la cagione v'ho detta, che
ser
Paolo
n'avea vergogna a Dio e al mondo, togliendola a colui che l'ha per non
diviso, e darla a un altro per medesimo
pregio. Voi non lo avete per le
mani, nè lui nè la sua sodezza: nè
Guido nè amico nè
parente ch'abbia,
glie l'arebbe fatto fare meglio di me, questa frasca. E ditemi: chi
scusava poi l'onestae di
ser
Paolo, a cambiare voi a colui, stando le cose
come stavano? Poi, questo di che voi vi tenete gravato, non va egli a'
poveri? Non mi diceste voi appiè degli
alberi del
Bizzarro: Fa' ch'elle sia
mia, e non mi domandar di nulla? Ben vedrò se 'l saprai fare! Or io son
certo che sarete contento; e così vi priego. Nondimeno, se ci ha errore,
enne cagione la mia natura sì larga del
danaio, ch'io viverò sempre
povero; e s'i' muoio anzi di voi, il
vedrete. Ma vivo lieto tanto, che di questa grazia ringrazio Dio.
In questo non somiglio
Barzalone, che mi dite che e' teme sempre che la
terra no gli venga meno sotto ' piedi; e teme non vivere, essendo nella
abbondanza a gola. Se così è di lui come mi dite, io il biasimo in questo;
e nell'altre cose il lodo: che al capezzale, e a il lasciare ciò che ha tanto
amato, esso e gli altri rimarranno gabbati. Io mento, se Iddio nol dice
per lo Profeta: I ricchi aranno fatto un sogno; e nel destare, nulla si
troveranno in mano. Esso parla de' ricchi ingrati e de' ricchi ch'amano
più le ricchezze che Iddio. Le parole e gli atti vostri sono sempre, che voi
fate ragione che ciò ch'avete sia nonnulla: et è ottima ragione. E però
lasciate andare queste cose, nelle quali non è inganno nè malanimo. Io
non vorrei per nulla che
Guido nè altri vostri amici, per udir queste
frasche, pensassono di voi quello che non è; e non vorrei che la
masserizia di
Barzalone vi facesse mutare maniera, chè sareste perduto
più che l'isole perdute. Che ha fatto
ser
I. di messer Leo, di tanto
guardare, ec
.?
Ser
Lapo vostro, dì XI di
gennaio.
Stasera
cenai con
Guido; e maravigliossi che sì tosto eravate partito
sanza imporre nulla a lui o a me di vostri fatti. Per Dio, e per vostro
onore, sappiatevi ritenere sì fatto amico; che, come ch'a voi sia
d'impaccio e di spesa, e' non è stimato qua piccolo onore a voi il venire
a
casa vostra tanto dimesticamente: e per salute dell'anima, e per
onore, e' si vive, e non per altro.