"Fratel carissimo. Ieri ricevetti una vostra lettera; e per quella ho inteso
quanto piacere pigliate della
villa. E tutto considerato, mi pare ne
diliberiate il meglio, e per l'anima e per lo corpo. E ch'è altro in questo
mondo, che contentare l'animo suo, e fare bene? E voi tengo siate di
quegli. E pertanto, seguitando le vostre operazioni, i' sono di quegli che
le commendo assai.
"Alla parte della
provvigone volete fare delle
vinciglie pe' miei fanciulli
per lo
verno, sappiendo che ne siete abbondante, i' l'accetto per vostro
amore. E posto che mi diciate siano vili cose, a me le riputo grandi, per
l'amore veggo mi portate. E se a
Guido no ne mandate, è ragionevole;
però che, come dite, egli n'è abbondante i'
Miccine, per lui e per altri. Or
io non veggo avervi a dire altro. Sono a' piaceri vostri. Iddio sia vostra
guardia. A dì II
luglio 398.
Per
FRANCESCO di Lapo FEDERIGHI vostro."