Ho udito avete pena, parendovi non aver fatto a tanto
Signore
ciò che potavate: la qual cosa vi prego vi
leviate dalla mente, come cosa non bene immaginata. E se a me non
credete, istimo ne darete fede al tempo, che mostra molto il vero; chè
non passerà uno lunaro compiuto, che vi dorrete che di ciò vi siate
doluto. Però che questi traboccamenti che passano l'onesto, s'usano
farsi per gente
in ogni lor fatto: poi se n'hanno a dolere, e
odonsene mormorare drieto. Voi sapete che in ogni
io tenne la
via del mezzo. E se aveste aperta la cella a tanta
famiglia (chè tra i santi
usano de' cattivi, che in tanta
Corte non è da credere non fossono degli
iscorretti), e' arebbono agevolmente fatto qualche cosa, che quello
gentile animo n'arebbe auto ira; con pensiero d'avervi a ristorare: e
questo non andavate cercando. E tengo di certo ve n'arà tenuto da più,
e più sodo uomo, e più gliene sarete rimaso nell'animo per savio; che a
vedervi dilagare, come fanno i leggieri; all'altre oneste cose gli avete
fatte: e così vi mostroe alla sua dolce e amichevole dipartita. Ricordivi
de'
fiorini XXX del desinare e de' cinquecento
prestati, e come n'hanno
retribuito. Queste cose ne vanno col tempo, e non sono nulla. E se
fossimo alla morte, la quale scuopre alle veritadi il velo mondano, e
mostrale ignude; non che s'avesse doglia di non aprire la volta a uno
ricchissimo (ma noi non cel vorremmo udir dire innanzi, per la
ciurma
ch'avea seco), la pena sarebbe, non aver auto, o non avere aperto il
cuore a una pietade, o una vera limosina, di quelle ci manda spesso
Iddio innanzi: perchè non ha forza, di quelle, il tempo torci il merito ce
ne promette Iddio. Adunque è da ringraziare Iddio che v'ha tanto
donato, ch'avete tale oste potuto ricevere: di che siete onorato per tutta
questa provincia, insieme con quelle sue chiare profferte n'ha fatte, e
coll'arme sua, e col segno ha posto nella vostra: quantunche non siano
da stimare più che le vaglino; dico in questo nostro vivere, che è uno
correre alla morte, come me' di me sapete. Salamon dice, Che ciò che
operiamo, fuor del timore di Dio, è vanitade, e vanità di vanitade, e
afflizione: come avete provato or voi, negli affanni avete auto per costui.
Infine vi prego m'attegnate la promessa, se non l'avete fatto, che
quando arete agio, scriviate due versi a
Piero, che odo v'è fedele, a
confortàgli lo spirito: che è stato omai sette
anni giovane sanza padre o
madre, e sanza consiglio d'alcuno
parente buono: ma Iddio l'ha aitato. E
ora gli dovete dare conforto. Ma se non fosse ben fatto, non piaccia a
Dio ch'io voglia che 'l facciate; e
in voi la rimetto. Guardivi Dio.
Molto m'è piaciuto quello vi disse
Luca de' fatti di là; e quella libera
risposta ne faceste, di rimetter tutto in Dio e in lui. Veggio Iddio v'ama
in ciò; e favvi vedere il vero, a fare de' vostri fatti onorevole fine. E io ve
ne conforto e prego; e che ne sollicitiate voi
Luca. -
LAPO vostro. X di
novembre.