Perchè io e lla donna mia portiamo molta malinconia e amaritudine
di quel nostro
filgliuolo che nnoi mandamo a
rRoma a quella mia
serocchia,
ed era posto alla
tavola de'
Panciatichi, e soleane avere spesso lettere
da lui: Ora è passati duo
mesi non ò auto lettera veruna; e pertanto vi
priego che mandiate uno de' vostri
garzoni alla
bottega di
Gabriello di messer Bartolomeo Panciatichi
in
sa' Martino e domandi s'elli ànno
auto lettere da
Roma e sse n'avesse aute lettere di
Giovani mio
filgliuolo,
o sse ne sanno novelle veruna o quel che n'è. Questo sia il luogo di gra'
servigio. Fate ch'io ne senta qualche cosa. Le lettere della loro
tavola
da
Roma risponde e manda qui le lettere. Anche più volte n'à mandate
alla
tavola di
Raffaello da Prato e, chome sa
Bartolomeo Cambioni,
quando vi stava, sua merciè me le mandava a
Prato. Pregovi ne duriate
un poco di faticha; e questa altra lettera quando
scrivete a
rRoma pregovi la mandiate colle vostre o con altre che
li sia data.
Ghuido mi diede per voi
lire tre. Al fatto della
lana di
sa mMateo, penso di
spaciarvene la magiore parte, e ancora quelle tre
saccha della
lavata di
Cudia, ma volgliono termine XII
mesi
pagato riciso.
Io ne ragionai co'
Niccholò. Disse che ve n'avea scritto, e pertanto vi
piaccia di scriverneli qualche cosa acciò se ne pilgli partito. Altro per ora
no
vi scrivo. Iddio sia senpre in vostra guardia. Fatta per lo vostro
servo
Lorenzo di Donato orafo. Da
Prato, adì XXIII di
giennaio 1398.
Franciescho di Marcho in
Firenze propio
1398. Da
Prato. Adì XXIIII
.o
gienaio.