Al nome di Dio. Amen. Adì 12 di
giungnio.
Io fui coll'amicho che mi disse della
schiava, e naràli quello che mi
scriveste. Disse d'informarsene e, se non vi fosse gravezza, amerebbe
di provarla per XV dì. Del
pregio penso saremo d'acordo, pure ch'ella
sia netta e sana, chè lla vuole per uno suo caro amicho che nonn è
pratese.
Come vi scrissi, al fatto delle vostre
mercatantie no ci ò per ancora
auto modo. Penso di farne qualche parte a questi dì, s'a dDio piacie.
Come m'abiate detto più volte, ch'io 'n vi ragioni di fare
comperare,
sommi rimosso di proponimento per le parole che già mi dicieste di
volere fare una
compera o più che ssia uno
Cieppo de' poveri, ond'io
perciò vi fo assapere che uno
molino con
corte
murata e
orto et con
buona
colombaia òllo in mano per
vendere. Rendesene
moggia tre
di
grano l'anno sanza la
colombaia, ed è presso ala tenuta vostra
dal
Palcho. Così confina: primo via, II
.o
Antonio di Lapo, III
.o
Matteo di Vanni. È ne' confini di
Filettore, detto a
rRio. È delle
rede di
Stefano
spetiale. Dicollo
fiorini 360: penso di farne levare quello
che ssia convenevole. Se non v'è gravezza, rispondetemene.
Il vostro servo
Lorenzo di Donato orafo, di
Prato, a' vostri piacieri.
1399. Da
Prato. Adì XIII di
giugno -
R.