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- <country>Italy</country>
- <settlement>Prato</settlement>
- <repository>Archivio di Stato di Prato</repository>
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- <p><div type="ref"><milestone type="book" id="2" /><pb n="313" /><hi rend="italic">Don <lem type="0" ref="#3256"><lem ref="persName" /></lem>Giovanni a <lem type="0" ref="#2864"><lem ref="persName" /></lem><w>Francesco di Marco</w> da <lem type="0" ref="#5821"><lem ref="placeName" /></lem>Prato</hi>.<lb />
- <lem type="0" ref="#2864"><lem ref="persName">Francesco di Marco</lem></lem> da <lem type="0" ref="#5821"><lem ref="placeName">Prato</lem></lem>, Don <lem type="0" ref="#3256"><lem ref="persName">Giovanni dalle Celle</lem></lem> dell'<lem type="0" ref="#215"><lem ref="#sf">alpi</lem></lem> di <lem type="0" ref="#7322"><lem ref="placeName">Valembrosa</lem></lem>,<lb />
- pace e gaudio nello <w>Spirito Santo</w>. Tu ti maraviglierai come io<lb />
- scrivo a uomo non conosciuto da me: ma s'io non ti conoscessi, non ti scriverei.<lb />
- <lem type="0" ref="#3625"><lem ref="persName">Guido di messer Tommaso</lem></lem> (il cui nome credo sia scritto nel <lem type="0" ref="#4037"><lem ref="#sm">libro</lem></lem> di vita<lb />
- eterna); conoscendo la mia fragilità e molto tempo ch'io ho, gli stridori de'<lb />
- venti e nevi grandissime che ci sono; come tenero di me, mi mandò l'uno de' tre<lb />
- doni<lb />
- <milestone type="book" id="2" /><pb n="314" />d'una medesima cosa che tu mi mandasti; e con questo mi pregò, ch'io<lb />
- pregassi la carità di Dio che vi scampasse da questo ingannevole mondo, e ch'io<lb />
- ti scrivessi alcuna cosa per conforto dell'anima tua: i cui prieghi non potendo<lb />
- cessare per la grande sua divozione, scrivoti, non come si converrebbe, ma come<lb />
- io so. È vero ch'io non ti posso dire tanto male di questo cieco mondo, che tu<lb />
- non ne vegga più di me. Io sto in su questa alta <lem type="0" ref="#4676"><lem ref="#sf">montagna</lem></lem>; e ragguardo cogli<lb />
- occhi dell'anima le <lem type="2" ref="#4824"><lem ref="#sf">navi</lem></lem> che corrono, quali all'oriente e quali all'occidente,<lb />
- in cotesto pericoloso mare del mondo: e qual veggio che va ritta per lo cammino,<lb />
- col vento della grazia di Dio; e quale percuotere negli scogli, e rompersi, e<lb />
- andare nel profondo del mare; il quale è il terribile abisso dello 'nferno: e<lb />
- queste sono quelle <lem type="2" ref="#4824"><lem ref="#sf">navi</lem></lem> che corrono verso occidente. Una similitudine pone la<lb />
- santa Scrittura della umana conversazione; e questa fu, quando Moisè aperse il<lb />
- <w>Mare Rosso</w>, e fece la strada asciutta nel mezzo, e l'acque stavano a modo di<lb />
- uno <lem type="6" ref="#4738"><lem ref="#sm">muro</lem></lem> d'ogni parte, e 'l popolo di Dio passò sanza lesione, per andare in<lb />
- terra di promissione. Queste acque, dicono i Santi che sono le concupiscenze e i<lb />
- diletti di questo mondo; tra' quali passano coloro che Iddio s'ha eletti a vita<lb />
- eterna, sanza veruno impedimento di queste acque. Ma in questo <w>Mare Rosso</w><lb />
- affogano tutti gli uomini c'hanno fatta loro <lem type="0" ref="#1889"><lem ref="#sf">città</lem></lem> questo mondo; e fatti<lb />
- <lem type="0" ref="#1888"><lem ref="#sm">cittadini</lem></lem>, si sono posti a sedere, e riposare nel mezzo de' diletti e<lb />
- concupiscenze carnali: e questo significa quegli Egiziani i quali, volendo<lb />
- passare il <w>Mare Rosso</w>, tutti v'affogarono dentro; e richiusesi il mare.<lb />
- Questo cieco mondo, non conosciuto, tutto dì fa male, e istrazia i suoi amadori:<lb />
- e non può fare tanto loro male, che non lo abbraccino con grande fervore. E<lb />
- Iddio, che ci ha creata l'anima e 'l corpo, e ogni bene ha creato per noi, non<lb />
- l'amiamo, anzi il fugghiamo: e abbiamo <lem type="3" ref="#2457"><lem ref="#verbo">eletto</lem></lem> piuttosto godere qui brevissimo<lb />
- tempo con pene eterne, che patire un poco qui, e poi godere in letizia<lb />
- sempiterna. Tutti i filosafi, tutti i teolaghi, tutti i santi uomini si fanno<lb />
- beffe di questo mondo; a' quali è molto da credere; e dimostrano, quanto sono<lb />
- false e fallaci le ricchezze sue: e noi, miseri,<lb />
- <milestone type="book" id="2" /><pb n="315" />crediamo più a' goditori ciechi del mondo, che a Dio e a' servi suoi. Onde<lb />
- chi solamente contemplasse quello che visibilmente si vede, cioè il sepolcro<lb />
- terribile, il quale è il fine di tutta la gloria umana, basterebbe a cognoscere<lb />
- gl'inganni del fallace mondo. Non ci ha <lem type="4" ref="#6798"><lem ref="#sm">specchio</lem></lem> che a quello si agguagli, a<lb />
- vedere la grande nostra ciechità: non ci ha scrittura che a quella agguagli.<lb />
- Tanta compassione ebbe Iddio di noi, ch'egli prese carne e fecesi uomo, e<lb />
- mostrocci la via del cielo; e a' <lem type="5" ref="#4540"><lem ref="#sm">mercatanti</lem></lem> disse questa bella parola, fra<lb />
- l'altre: Che prode fa all'uomo, che guadagnasse tutto il mondo, e e' faccia<lb />
- danno all'anima sua? perocchè 'l Figliuolo di Dio de' venire nella gloria del<lb />
- Padre suo a giudicare, e rendere a ciascuno secondo l'opere sue. Oh quanto<lb />
- aresti allora caro d'essere stato sempre al servizio di Dio! perocchè le false<lb />
- ricchezze allora fuggiranno, e vedrai allora la falsità loro. Imperocchè non ti<lb />
- potranno atare gli amici e' <lem type="0" ref="#5311"><lem ref="#sm">parenti</lem></lem>: tutti correranno al giudicio: e solo<lb />
- coll'opere tue ti ritroverrai. Queste sono quelle che ti difenderanno o<lb />
- accuseranno: nullo priego ti varrà allora. Or che dico io del giudicio? quando<lb />
- alla morte, che ci è così presso, riceveremo giudicio o buono o rio. I frati<lb />
- religiosi tutto dì predicano queste cose: e noi, ebbri dell'amore del mondo, non<lb />
- gl'intendiamo; siamo sordi. Or se così non fosse, non arebbe detto Cristo,<lb />
- quando predicava: Chi ha orecchi da udire, sì oda. Dicono i Santi: Tutti aveano<lb />
- orecchi; ma molti v'erano, ch'erano sordi negli orecchi dell'anima. E però,<lb />
- carissimo in Cristo fratello, avvediti a buon otta, innanzi che notte si faccia,<lb />
- nella quale nulla potrai operare. Mentre che 'l sole t'allumina, cammina verso<lb />
- da Dio: e come pellegrino, non ti porre a guatare i diletti di questo mondo.<lb />
- Iddio t'ha fatta molta grazia, che t'ha rotte le catene de' figliuoli; acciocchè<lb />
- tu sii servo suo, e amico. Pensa quanto questa vita è brieve, della carne: e<lb />
- l'anima ha vita, che mai non verrà meno. Vita sanza termine l'ha data Iddio;<lb />
- sicchè non moiamo, ma usciamo di questa <lem type="0" ref="#1614"><lem ref="#sf">casa</lem></lem> del corpo: ma andiamo nell'eternità<lb />
- con quelle ricchezze che possono venire con noi. E però mandale innanzi, sicchè<lb />
- ti vegnano incontro alla morte, e rappresentino te dinanzi da<lb />
- <milestone type="book" id="2" /><pb n="316" />Dio. Aiutati colle limosine e coll'opere della misericordia; e troverrai<lb />
- misericordia nel dì della grande nicissitade. Iddio per la sua misericordia<lb />
- dirizzi la tua via inverso lui. Data a dì primo di <lem type="1" ref="#3397"><lem ref="#sm">giugno</lem></lem> 1392. -<lb />
- Don <lem type="0" ref="#3256"><lem ref="persName">GIOVANNI DALLE CELLE</lem></lem>, sempiterna salute.<lb />
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