Lettere di Giovanni Ginoardo di Calabria ad Agnolo degli Agli{Ginoardo, Giovanni}Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Opera del Vocabolario ItalianoRita Librandi, Tre lettere di un mercante calabrese della fine del Trecento, «Contributi di filologia dell'Italia mediana», XX (2006), pp. 25-50 [testi pp. 31-33].Lettere di Giovanni Ginoardo di Calabria ad Agnolo degli Agli{Ginoardo, Giovanni}13911388BL-50005calabr.calabr.lett. 1388-1391
1 [1388-90]Al mio dulcissimo patri Angilo di l'Agli da Firenzi in Pisa detur. Dulcissimo patri mio, mandove lo signo che vuy mi mandiati quilli v libri ch'io vi lassay pircciò ch'io ni voglio fari quillo chi Dio mi ministrirà. Datili al portatore di la prisenti. Non dico più, ma chi Dio sia in vostra guardia amen. Jo mi riccummando ad mana Lucia vostra et a li soy sancti horaccione. Data i· Genua adì xx di siptenbro. El vostro Johanni Ginoardo de Calabria.
2 [1391]Al mio dulcissimo patri Angilo di l'Agli da Firenci in Pisa. Patri mio dulcissimo, sacciati che mo novellamenti ho avuta una novella di frati Martino che non mi piaci et non è bona sicondo mio pariri: che ha lassato sancto Yironimo po' c'à ricivuti libri, dundi jo so molto dolenti infini a la morti. Et s'io avissi saputo tucto quisto non aviria avuto da me una fistuca, anti l'avaria dispinsati pir altro modo, pir ll'anima di quilla sancta pirssona dil mio patri spiriduali. Non dico più circa quista materia. Òvi scripto più et più altri lictiri che ad vuy piacissi di mandarmi quilli dinari di li libri, et spicialmenti scrissi pir Paulo di Rustico da Pisa: non so si avistiti la lictira. Jo aspecto tucto di quisti benedicti dinari, et non so quando virranno; pregove che vuy mi li mandiati lo più tosto che vuy potete, pircciò che a me fanno grandissimo bisogno. Jo mi ricomando a la vostra mana Lucia et a li soy uraccione et Dio sia cum vuy amen amen. Data i· Genua adì viii di fibraro. El vostro Johanni di Calabria.
3 [1391]Al mio dulcissimo patri Angilo di l'Agli da Firenci in Pisa. Patri mio dulcissimo, sacciati che adì xx di fibraro ricevecti vostra gracciosa lictira cum quilla dil canbio et ò ricivuti fiorene xxv pir mano di Jacovo Sardo. Jo vi ringraccio pir milli volti e cossì siati ringracciati da Dio, pircciò che a me aviti fatta grandissima limosina; a quista parti non dico più. Mo vi voglo prigari di xl ss. che resta: mandatimi una stateia da pisari che a l'uno canto pisi lr. cl et a l'altra porti piso lr. l et mandatimi uno paio di saioli cum piso di fiorini et cum piso di ducato et cum piso di giglati. Et jo si poccio fari pir vuy alcuna cosa di qua, mandatilami et sirà facta justo mio podire. Jo mi ricomando ala vostra mana Lucia et a li soy boni uraccione. Non dico più, ma che l'Altissimo sia in vostra guardia amen amen. Data in Genua adì xxiiij di fibraro. El vostro sirvitori Johanni di Calabria.